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giovedì, 18 Aprile 2024

Mister Marco Tommasoni: “Sono orgoglioso di aver allenato il Castelbaldo Masi”

Sono state smentite dalla nostra testata nei giorni scorsi, tramite le parole del diesse Gianluca Biasio, le voci che davano il Castelbaldo Masi pronto a cedere il titolo sportivo. La compagine biancorossa, allenata al momento dello stop dal mister veronese Marco Tommasoni, è più carica che mai. Ieri è stato dato lo stop definitivo all’attuale stagione sportiva 2019-2020 di Eccellenza, sospesa per l’arrivo del virus a fine febbraio. Ora aspettiamo le decisioni sui verdetti finali dalla Figc presieduta da Giuseppe Ruzza. Dopo 22 gare giocate il Sona del presidente Paolo Pradella stava guidando la classifica con 49 punti, seguiti dai vicentini del Montecchio Maggiore allenati dal tecnico veronese Matteo Girlanda con 45 punti, terzo a quota 41 il Castelbaldo di mister Marco Tommasoni al quale abbiamo chiesto quanto ha cambiato il CoronaVirus la vita di tutti noi? “Al momento totalmente, se non troveranno un vaccino efficace – sottolinea il tecnico ex Sona -, non usciremo da questa pandemia da Covid-19. Un grosso problema che non riguarda solo l’Europa ma tutto il mondo. Ora il virus è arrivato prepotentemente anche in Brasile dove vivono i familiari del nostro bomber Cesar Pereira. Ritengo che siamo solo all’inizio del cambiamento. Come tutte le cose ci vuole tempo per un evoluzione e un adattamento. Personalmente la vivo con forte attenzione, visto che possiedo un’impresa diversificata anche in altre attività del turismo. Una crisi che non promette nulla di buono e dalla quale faremo molta fatica a risollevarci. Il virus ha colpito anche il papà della mia ragazza che è rimasto ben 18 giorni in terapia intensiva. Abbiamo vissuto giornate terribili, ha perso ben 28 chili e ci siamo preoccupati tantissimo. Un virus che ho vissuto a 360 gradi. Il Covid-19 lascerà un solco forte nei prossimi mesi dove e non sarà facile rialzarci per noi cittadini e per il mondo lavorativo, penso anche a lungo termine”.

Una carriera che da giocatore per Tommasoni è stata appassionata ma alquanto tribolata, visto che si è rotto 4 volte il legamento crociato. “Non mi sono mai risparmiato in campo, dando tutto e giocando un calcio intenso, come piace a me. Ma purtroppo ho avuto una carriera da calciatore molto corta ma piena di valori che poi ho cercato di insegnare ai miei ragazzi da allenatore. Non mollare mai e di cercare di divertirsi in campo mostrando le proprie doti. La cosa positiva è che questo virus ci farà capire l’importanza della salute e della nostra libertà. Adesso che non possiamo tornare in campo per un po’ ci sarà maggiore consapevolezza da parte dei ragazzi che giocare al calcio non è una normalità, come era vista prima, ma un privilegio che va vissuto pienamente e conquistato settima dopo settimana divertendosi ed impegnandosi. Dobbiamo pensare tutti che prima del virus eravamo fortunati di poter fare uno sport all’aria aperta, stare con i compagni di squadra in allegria e perseguire gli obiettivi con le proprie squadre, visto che fino a poco tempo fa eravamo costretti a stare chiusi in casa”. Non è tanto che Tommasoni allena, ma non ha mai perso la voglia di proporre il suo gioco spumeggiante: “Ho girato finora come tecnico quattro piazze, crescendo come persona e come uomo. Ognuna di queste aveva le proprie ambizioni e progetti ed io ho sempre cercato di adeguarmi. Ho sempre cercato di proporre un gioco concreto e veloce sul campo, fin dai miei inizi all’Olimpia Ponte Crencano. Ricordo con piacere la seconda stagione al Team Santa Lucia dove con i ragazzi mi sono divertito ed abbiamo raggiunto una splendida salvezza. Un gruppo operaio che mi ha dato belle soddisfazioni in un’annata complessa che però mi ha insegnato tanto e della quale ho fatto tesoro l’anno dopo al Sona e quest’anno al Castelbaldo Masi, lavorando sugli errori da non commettere più”.

Ma lei, mister, come si carica prima di andare in campo? “Non ho particolari segreti, per me è importante fare bene la rifinitura del sabato. E’ vitale e mi fa capire molte cose sulla gara da affrontare il giorno dopo. Inizio dal sabato a misurare la temperatura della squadra e a capire il clima partita della partita domenicale. Se i ragazzi mi fanno un allenamento di qualità il sabato mi danno nuova adrenalina per fare un’ottima partita alla domenica”. Poi ricorda con piacere gli allenatori che ha avuto da calciatore: “Ogni allenatore ha un approccio diverso nell’insegnare calcio ai suoi ragazzi. Ricordo con piacere mister Bogoni e mister Boninsegna quando ero a Mantova, erano severi ma insegnavano tanto, sia dal punto di vista tecnico che caratteriale. Poi Loris Boni a Cologna Veneta, mister che ha tanto carisma da vendere. Mi ha fatto capire l’importanza delle gerarchie in campo. Da un punto di vista umano era fortissimo il “Puma” Montagnoli il quale davanti alle difficoltà ti regalava sempre tranquillità e ti faceva stare bene”.

E’ dispiaciuto che il campionato sià stato definitivamente interrotto ma è contento di quanto stava facendo con il Castelbaldo Masi. Era arrivato a metà ottobre in sostituzione di mister Paolo Antonioli che era stato esonerato dopo la 10^ giornata di campionato: “Castelbaldo è un paese che vive di calcio e che vuole molto bene alla sua squadra seppur con tutte le sue varie sfaccettature. Mi sono trovato molto bene quest’anno, mi sembrava di allenare quasi una mini città. C’era tanta gente al campo, tanta passione e l’irruenza comunicativa, sempre positiva, del nostro presidente Michele Ottoboni, mi ha caricato a molla. Lui trasmette tanta passione per il calcio da tutti i pori della sua pelle. Lui parlerebbe di calcio per una giornata intera, è un presidente carismatico e che vuole un bene dell’anima al Castelbaldo. Un esperienza per il sottoscritto bellissima, vissuta guidando una squadra che poteva ancora vincere il campionato prima dell’arrivo del virus. Avevo una rosa formata da giocatori importanti che era un lusso per il nostro pianeta dei dilettanti”.

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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