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venerdì, 19 Aprile 2024

Per mister Flavio Carnovelli è un torneo di Eccellenza dominato dall’imprevedibilità

Il Covid-19, nonostante lui abbia collezionato in Promozione in veste di vice di mister Enrico Cunico a Treviso tutte vittorie nelle 6 partite giocate, ha interrotto definitivamente sia lo svolgimento dei lanciati giocatori de la Marca trevigiana sia l’esperienza nel club del Veneto orientale. Ora Flavio Carnovelli, classe 1961 (è nato il 13 gennaio: come Pantani e il nascente asso del pedale, il colombiano Egan Bernal), ha finora “ispezionato” 3 gare del mini Torneo di Eccellenza: “Sì, ho visto due volte il San Martino-Speme – contro l’Arcella e poi contro il Montecchio Maggiore -, poi, domenica scorsa era a Vigasio, per seguire i bianco-celesti contro il Montecchio”. Che campionato è? “Di per se stesso, il mini Torneo è imprevedibile, aperto a tutti i risultati. E, difatti, le favorite si sono trovate in difficoltà, e mi riferisco a Vigasio (non ha mai vinto fuori casa!), Arcella e Bassano”. Chi sono le sorprese? “Sono il Valgatara, l’Arcella e il Villafranca. Il Camisano? Sì, certo, anche i vicentini biancazzurri”. Mancano ancora 3 bracciate al traguardo del 6 giugno… “Prevedo che per Vigasio e Montecchio Maggiore sarà dura perché entrambe devono ancora osservare il turno di riposo. Certo, fossimo stati di fronte a un campionato a 18 squadre, allora, queste due avrebbero potuto arrivare giuste fino in fondo sfruttando appieno tutte le loro risorse. Ma, davanti a un mini Torneo così imprevedibile e corto di tappe, tutto può ancora succedere”.

L’anno prossimo, a che Eccellenza assisteremo? “Sarà un campionato figlio della pandemia, ma esprimerà sicuramente più qualità. Oggi lo spettacolo non è assolutamente bello. Poi, dipenderà molto dall’obbligatorietà dei giovani; che si distinguono in due categorie: a) quelli che vengono al campo animati da grande passione, b) chi gioca perché è costretto dai regolamenti, vedi quote. Sono pochi i giovani che salgono in serie serie D. Li puoi benissimo contare su una mano. E, parla uno che ha sempre creduto al “largo ai giovani!”, ma il fatto che oggi la Figc li costringe a giocare, non ti porta da nessuna parte. Per non parlare che i coetanei di alcuni anni fa avevano più passione e ci mettevano più sacrificio. Con l’obbligo dei 4 giovani in serie D e dei 3 in Eccellenza, finisci per penalizzare la qualità delle squadre”. Chi ti sono apparsi delle valide conferme nelle gare in cui hai fatto l’agente 007? “Del San Martino-Speme, mi sono piaciuti Faedo, Oliboni e Balde: costui ha vinto da solo una gara, provocando ben due rigori in 90 minuti. Il montecchiese Matteo Casarotto ha cambiato la musica dei suoi bianco-rossi, confermando tutta la sua forza e qualità. Lavagnoli, Antenucci e Roveretto: ma cosa ci stanno a fare in Eccellenza giocatori di questa potenza ed esperienza? “.

Come avresti disegnato il format di questa chiamiamola pure “primavera di Eccellenza”? “Avrei tenuto valide le sole sei gare giocate all’inizio del torneo precedente, poi, avrei completato una solo regolare andata, senza il ritorno vista la pochezza di tempo a disposizione. Infine, non avrei escluso dallo stesso progetto tutte le altre squadre di categoria inferiore all’Eccellenza, ovvero dalla Promozione in giù. Ricordiamoci che per noi dilettanti, il gioco del calcio è prima di tutto uno svago, uno sfogo. Così facendo, rischi di allontanare parecchi acrobati dal nostro circo, di favorire – voglio dire – il fenomeno dell’abbandono o della dispersione, già sensibile a livello giovanile”.

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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