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venerdì, 29 Marzo 2024

Per mister Pippo Damini giocare con le mascherine non è vero calcio

E’, dopo Jody Ferrari (classe 1984), che è alla guida dell’F.C. Valgatara, il mister più giovane che opera in Eccellenza: Pippo Damini, classe 1992, ha vissuto 18 mesi di importante esperienza alla guida del San Martino-Speme a zero euro come rimborsi-spese previsti per i giocatori, portandolo al 5° posto del girone “A” di Eccellenza, alla pari del Cereal Docks Camisano e del Borgoricco. “Siamo fermi al palo” ironizza l’ex Sommacampagna “a guardare il nulla. C’è troppa confusione da parte degli organi competenti della Figc, comunicazioni a pioggia e tra loro discordanti, notizie contraddittorie, insomma, troppa confusione!” E, perché questo, secondo te, Pippo? “Per me si continua a temporeggiare in attesa di vedere l’andamento del Coronavirs. Certo, trovarsi nei panni di chi deve decidere non è una gran bella cosa; è una situazione che non auguro a nessuno e che mi ricorda i tanti mesi vissuti a San Martino, dove – lasciato in balia di noi stessi dalla società – dialogavo con i giocatori e i miei 3-4 più stretti collaboratori, mettendo in pratica l’arte dell’arrangiarci. Idem per quelli della Federazione: qualsiasi decisione prendano, non accontenteranno tutti, questo è certo!”

Quando ripartiremo? “Non possiedo la sfera di cristallo: sicuramente quando sarà decretato il termine della pandemia, concomitante con la scoperta del vaccino, perché devi assicurare a tutti gli addetti ai lavori del calcio la massima sicurezza e la salute”. Che scenario calcistico prevedi? “Te lo saprò dire quando ripartiremo. La BundesLiga tedesca ha fatto vedere fino ad ora un calcio mutilato di molti suoi aspetti fondamentali: stadi vuoti, nessun abbraccio dopo il gol, quando si sa bene che il calcio è passione, coinvolgimento, abbracci, energie positive. Il calcio lo si gioca in libertà, è questo il suo bello! Quello al quale stiamo assistendo in Germania è un calcio freddo, vuoto di emozioni. E’ come la vita che stiamo vivendo: dobbiamo attenerci ai restringimenti consigliatici dal Ministero della Salute e questi comportamenti ci hanno cambiato tutti. Ma, il calcio non deve cambiare, non lo si può vedere fatto di mascherine, di giocatori distanziati in panchina o altro. Già corre una bella differenza tra calcetto e calcio a 11…”.

Ci sarà una moria di società, come qualche dirigente dilettantistico ha previsto? “No, secondo me, invece, si allargherà la forbice tra club forti e club meno forti dal punto di vista economico. Rimborsi-spese ad euro zero? Balle, belle e buone: quella situazione lì ci è capitata di vivere solo noi del San Martino-Speme e ne abbiamo avuto caparra! Le società stanno già contattando i giocatori e i mister, anche se si rischia, da parte loro, di fare brutte figure perché si stanno facendo i conti prima che li faccia l’oste: cioé non si sa ancora bene quando si ripartirà ufficialmente. Gli operatori del calcio-mercato rischiano di prendere degli accordi con gli atleti, di fare a loro delle promesse e poi di doverseli rimangiare”. Che verdetti emaneresti, fossi un membro federale a Marghera? “Metterei attorno a un tavolo i presidenti di società e ascolterei le loro esigenze; certo, è un’ipotesi impossibile a realizzarsi, ma è solo per dirti che esistono club di serie D che hanno a cuore non retrocedere ed altri che magari si aspettano di essere condannati perché, sotto sotto, non ce la fanno più dal punto di vista economico. Poi, fosse possibile tornare in campo, a giugno indirei un Torneo di play off e uno di play out: le prime le promuoverei”.

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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