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martedì, 19 Marzo 2024

L’U.S. Saval Maddalena si mette nelle mani…Di Cristo per raggiungere la salvezza

E’ l’altro Di Cristo; quello meno noto, come capita a tutti i fratelli dei bomber, questi ultimi i più celebrati dagli addetti ai lavori perché i “terminali del gol”, in tal caso Mario, punta classe 1993 della Pol. Virtus B.V. da un paio di stagioni. Raffaele, classe 1991, commercialista con tanto di laurea Magistrale in Economia e Commercio, difende da anni la porta dell’U.S. Saval Maddalena del presidente Flavio Massaro e di mister Edgar Fasola Genovesi. “I primi calci, pardon, le prime parate” ricorda Raffafele “al Saval, poi, parentesi nel Sona, nel Palazzolo, nell’U.S. Cadore e negli Juniores Regionali del Sommacampagna, club in cui sono stato anche aggregato alla Prima squadra. La categoria vera e propria l’ho conosciuta al BNC Noi, dove abbiamo trionfato in Terza categoria, per poi ritornare l’anno successivo al Saval”.

Con i giallo-rossi savalesi eccolo oggi nuovamente in Seconda categoria per aver conquistato la Coppa Verona battendo ai rigori la Do.Ri.Al (anche lei poi ammessa al lido superiore): “L’ossatura è rimasta quella dell’anno scorso, siamo un gruppo di amici che fa nel grande affiatamento il vero segreto della nostra forza. Un gruppo di amici, ripeto, che ama frequentarsi anche dopo il calcio, con il 1990 Matteo Miuccio che ha ereditato la fascia di capitano da Nicolò Trevisani, il quale ha limitato il numero delle sue presenze. Assieme all’altro portiere Mattia Molinaroli, classe 1989, siamo un po’ le “chiocce”, i senatori di questa compagine, che punta prima di tutto alla conquista della permanenza in categoria. Tra i giovani con buone prospettive, segnalo i due ex audacini Samuele Massella Nouasri (punta del 2000) e il coetaneo, ma facente parte del pacchetto arretrato, Francesco Scalamandrè. Il giocatore sempre presente e che più ci rappresenta è Enrico Bresadola, centrocampista datato 1992, uno capace di tenere unito il gruppo, di fare da vero e proprio collante”.

Contro squadre ben attrezzate…: “Avendole incontrate sia l’Alpo Club ’98 (tosta, compatta e con giocatori di grande esperienza della categoria) che l’Olimpia Ponte Crencano (mister Giordano Rossi è un ex professionista e può contare su elementi che non centrano nulla con la Seconda!), indico queste due tra le papabili trionfatrici. Ma, dovranno fare i conti con il Pizzoletta, che dobbiamo ancora incontrare, ma che, se è lassù, significa che i meriti li ha. Ottime squadre anche il Parona – che aspetta il rientro di Daniele Begnoni e di qualche altro titolare – e il BorgoPrimomaggio, squadra che sta facendo bene”.

Raffaele ha ereditato la passione di portiere dal padre Beppe, classe 1950, il quale da giovane ha sfiorato il luccicante circo dei professionisti, militando nella Primavera dell’Avellino, allora in A, ed allenato da Luis Vinicio, detto “‘O Lione”: “Tifo Napoli, anche perché i miei genitori provengono dalla Campania. Papà e mamma Cira sono venuti a vedermi una sola volta, guarda caso, proprio quella volta – l’unica – che ho segnato giocando insieme a mio fratello Mario. Per la verità, abbiamo segnato tutti e due, con la casacca dell’U.S. Cadore, vittima l’Edera Veronetta. Io di testa, sugli sviluppi di un corner, Mario con un tiro a giro e palla che m’è passata davanti alla faccia”.

Cosa rimproveri tu a Mario, cosa invece lui a te? “Mi ha detto che avrei potuto osare di più nel calcio, accettando proposte di club di categoria superiore. Ma, ho tenuto di più allo studio, mentre lui al ristorante di pesce gestito dai miei genitori al quarto ponte. Una volta, ero ragazzino, in ottica A.C. San Zeno Vr, e mister Gigi Sacchetti chiese a mio padre di passare a una compagine del FeralpiSalò. Certi treni non passano tutti i giorni dalla stazione della nostra vita!Io, invece, sono convinto che Mario poteva anche lui andare più avanti nel calcio perché le potenzialità, il fiuto di bomber ce l’ha nel sangue. Rigorista? Non non lo sono, riscuoto più la fama di neutralizzarli semmai”. Così il “Peruzzi dei poveri” (per via del suo fisicone che ricorda il “guardiano”, …l'”Angelo”… della Lazio e dell’Hellas Verona), alias, Raffaele Di Cristo: il polo opposto, il Nadir rispetto allo Zenith, del fratello e bomber Mario. “Puntero” poli-virtussino, il quale , forse, non ha insegnato al fratello maggiore come realizzare gli eventuali penalty, sì, invece, come esorcizzarli. Ma, ce l’ha insegnato la genetica: nel DNA dei fratelli riscontri sempre qualche familiarità!

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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