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giovedì, 25 Aprile 2024

Alfredo Gheli (Bonferraro): “Se cala la passione di noi presidenti, i dilettanti spariscono!”

Tra il melanconico e l’estremamente pratico lo sfogo di Alfredo Gheli, massimo dirigente della Polisportiva Amatori Bonferraro, di origini milanesi, ma da anni trapiantato nella frazione di Sorgà – Bonferraro -, quella che ha dato i natali all’asso del volante degli anni Venti dell’Alfa Romeo, Antonio Ascari. Lo raggiungiamo mentre sta “pettinando” il “G.R. Lombardi”, l’impianto sportivo del club giallo-amaranto che sta guidando da alcuni anni, all’indomani dell’improvvisa scomparsa dell’ex presidente giallo-amaranto Marco Mirandola: “Ma, guarda che spettacolo questo tappeto di erba! Ti viene voglia di corrergli sopra a piedi nudi. Peccato che il Covid-19 ci abbia privato a lungo del bar – ora riaperto alla sera -, punto di ritrovo e di riferimento di tanti sportivi della zona. Speriamo che non ci si vieti di organizzare il Torneo riservato agli Allievi Nazionali professionistici, in calendario dopo Ferragosto, altrimenti siamo rovinati!”

La voglia di ricominciare gli arrochisce la voce per la grande emozione: “Noi presidenti dilettantistici” rimarca “viviamo questo sentimento di forte passione per il calcio e contemporaneamente viviamo l’attesa, davvero sfibrante, snervante di un qualcosa che continua a non essere enunciato. E, questo ti getta ancora di più nello sconforto: senti continuamente parlare di serie A, di serie B, ma di noi dilettanti, nemmeno un raggio di sole, nemmeno uno spiraglio di luce”. Ed ancora: “Trascorriamo il nostro tempo libero domandandoci ma partiamo, e, se sì, in che maniera? Nella vicina Mantova, non si parla solo del Corso di allenatori che stanno organizzando, si abbozza l’idea di comporre gironi da 12 squadre, in quanto non sono sicuri di iniziare la prossima stagione se non ad ottobre. Ma che campionati sono quelli con una partecipazione così ridotta? Neanche quelli del Grest, con tutto il rispetto che porto al Grest ed alle parrocchie. Per non parlare del nostro Veneto: si parla di gironi allargati fino a 18 concorrenti, visto che si profila la sparizione di un 30% di club: questo significa che dobbiamo andare a giocare fino ad Abano Terme, e con che costi di benzina e di pullman da sostenere?”

Per non parlare dell’impoverimento da sponsor, e dei costi, dietro l’angolo, di sanificazione dell’impianto sportivo, o no? “I nostri sponsor sono sempre meno e, se ci daranno una mano, ce la daranno con poche dita. Altro problema sono, come tu hai ricordato, i costi di sanificazione degli spogliatoi: noi, per fortuna, ne abbiamo quattro, ma le spese da sostenere ogni volta e durante la settimana sono ugualmente rilevanti. Ultimamente, noto che non si parla più della figura del medico sportivo: ma la responsabilità di un nostro giocatore eventualmente entrato in contatto con il morbo, chi se la deve assumere se non il presidente? E, i genitori si fideranno ancora di portare al campo i loro figli? Pagheranno ancora volentieri per intero una quota annua, all’indomani di una stagione interrotta a causa del Coronavirus? Non siamo, noi dilettanti, dei club di serie A”. “Noi presidenti” rincara la dose Gheli “godiamo di pochi diritti, ma siamo angustiati da tanti doveri, da troppe responsabilità”.

Il Comune di Sorgà vi viene incontro con le spese? “Sì, con un piccolo contributo: il resto ce lo sobbarchiamo noi. Per fortuna che gli elevati costi di manutenzione annua del campo sono evitati grazie all’opera generosa e gratuita di alcuni volontari, altrimenti, addio! Altrimenti – mi chiedo sempre – se noi dirigenti – il sottoscritto, sua moglie, Sergio e l’Ornella – facciamo cadere in terra le chiavi dell’impianto “Lombardi”, chi poi è disposto a raccoglierle?” E, dal 1° luglio partono le iscrizioni ai vari campionati… “Noi vorremmo la certezza di poter iniziare e desideriamo che, una volta avviato il carrozzone del campionato, improvvisamente non ripiombi (desiderio ovviamente di tutti gli addetti ai lavori, ci mancherebbe altro!) il Covid-19 e, in tal caso, sei costretto a lasciare tutto lì. Chiediamo la certezza che si possa iniziare, ripeto, a giocare, e che tutto, a un certo punto non debba andare a monte. Qui, non stiamo parlando di soldi da pretendere, ma, di fare qualcosa di concreto. Sarebbe troppo semplice chiedere alla Figc la restituzione dell’ultima parte non giocata: parlare di soldi sarebbe troppo facile! Ti iscrivi, ok, ma con quali certezze? E, se un atleta mi viene contagiato dal Covid-19, io, come massimo rappresentate legate del club, come posso difendermi? E, le categorie resteranno sempre a 16 squadre, con distanze non siderali?”

L’attenzione del presidente passa poi verso le leve più piccole del calcio: “A un genitore che tra non molto ti porterà il figlio cresciuto da noi già da 2-3 anni, e che non ha i soldi per affrontare la quota annua, cosa dobbiamo dirgli: stai a casa? Sarebbe una pugnalata al cuore del ragazzino e a quello di noi dirigenti negare il diritto di giocare a un ragazzino che ama questo gioco e stare con gli amichetti. Noi presidenti dobbiamo curare, affrontare anche questi aspetti vitali, fondamentali per il sociale: il diritto di poter fare sport a tutti. Ho i nipoti, li ho potuti riabbracciare dopo mesi di distanziamento sociale da pochi giorni, e non ti dico che pieno di entusiasmo, di vita ho fatto. Se cade la passione” conclude il presidente giallo-amaranto ” la voglia, il sentimento del calcio, sprofonda pure il calcio dilettantistico, il nostro calcio!”

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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