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giovedì, 28 Marzo 2024

È davvero finita la stagione? Parla Marco Covassin, il bomber di Marega in forza al Roverchiara

Tecnico radiologo di professione, bomber di razza nel mondo della categoria, l’attaccante classe 1992 Marco Covassin, in forza al Roverchiara, ha risposto alle nostre domande in questo periodo di letargo calcistico dal quale ogni giocatore spera di risvegliarsi più forte e voglioso di prima. Vista la brutale pandemia che ha colpito il nostro popolo e la popolazione mondiale, il calcio è passato, per la tristezza di molti, in secondo piano. D’altronde, si sa che in un periodo come questo l’espressione “La prima cosa è la salute” calza a pennello con la reale esigenza di tutelarci dal pericolo di essere contagiati da un virus che, a quanto sembra, non ha nessuna intenzione di lasciarci in pace. I dati parlano chiaro: centinaia di morti ogni giorno, migliaia di contagi. Siamo il primo Paese d’Europa per numero di contagiati, anche se a questo va detto che siamo i primi ad aver adottato le misure più restrittive anti-contagio e, si spera, saremo i primi ad uscire da questa crisi epidemica. Ed il calcio? Che funzione potrà avere il calcio in tutto questo? Quando riusciremo a segnare il gol decisivo contro il Covid-19? A questo proposito, parla bomber Covassin, uno che di gol decisivi se ne intende eccome: Marco, tu che sei impegnato, seppur non in prima linea, nel campo della medicina, come giudichi la situazione attuale? Essendo tecnico radiologo, ti sarai sicuramente imbattuto nelle lastre di soggetti malati Covid-19…“Sì, esatto, non sono impegnato in prima linea perché non lavoro in un ospedale Covid-19, ma in una struttura più piccola. Pur non potendo fornire delle nozioni a riguardo, quel che posso dire è che qualsiasi paziente arrivi nel nostro ospedale può essere stato contagiato dal virus e non si sa mai chi si ha davanti. Pur non essendo esperto del settore, penso che guardando la tac o una lastra di un paziente malato Covid-19 si possa capire quando in una persona c’è qualcosa di anomalo. Io non mi ritengo la persona giusta a dare un giudizio sulla situazione attuale e preferisco lasciare che altre persone, più preparate e competenti di me, lo facciano. Tuttavia, ci tengo a ringraziare tutti i miei colleghi che lavorano negli ospedali Covid-19 e che rischiano la vita ogni giorno. Stanno facendo un lavoro definibile eroico, e per quando mi riguarda meritano un encomio da parte delle nostre Istituzioni”

Per quanto riguarda il calcio, siamo di fronte ad una situazione di stallo: non si è ancora capito, infatti, se ci sia o meno l’intenzione di far portare a termine la stagione calcistica. Tu cosa ne pensi? Si può parlare di stagione finita o no? “Contando che la Fase 2 è iniziata il 4 maggio con gli sport individuali, con gli sport collettivi bisognerebbe aspettare la fine del mese per poter ripartire, ma anche in quel caso si dovrebbe ripartire da zero con una nuova preparazione. In altre parole, si finirebbe il campionato a luglio… Francamente, per il calcio dilettante penso che la stagione sia finita. Per quanto dispiaccia, la salute è molto più importante.” A livello economico, penso che questa pandemia ripristinerà degli equilibri che negli anni precedenti si erano decisamente spostati, allargando il gap tra società che spendono e spandono e società che invece costruiscono le squadre con budget ridottissimi. Tu cosa ne pensi? “È molto probabile che si sia un ridimensionamento per quanto riguarda le sponsorizzazioni, perché se i fatturati delle aziende che sponsorizzano crollano a picco, anche il calcio ne risentirà. Ovviamente, se una società calcistica ha come sponsor una grande azienda impegnata in settori che in questo periodo hanno visto crescere il proprio fatturato, non avrà problemi. Per le società che invece hanno tanti piccoli sponsor, bisognerà capire se quei piccoli sponsor saranno ancora disposti ad investire dei soldi nel calcio; io me lo auguro, perché mi dispiacerebbe vedere che qualche società chiuda i battenti a causa di questa epidemia. Spererei tuttavia che dopo questo periodo ci sia un po’ di positività.”

Essendo uno sport collettivo, temi l’eventualità di una nuova ondata di contagi nel momento in cui si riprenderà a giocare?“Ci sono già alcuni virologi che parlano della possibilità di una nuova ondata in autunno. Bisognerà sperare di avere un farmaco che ci permetta di superare il virus in tempi rapidi e senza ripercussioni. Ma nel caso non lo avessimo, bisognerebbe che qualcuno si prendesse la responsabilità di far ripartire il mondo del calcio, che se a livello professionistico è necessario perché sostenuto da stipendi ed interessi economici, a livello dilettantistico è solo un divertimento, ma non un bene strettamente necessario… Ma non so se ci sarà qualcuno disposto ad assumersi una responsabilità così grande.”Parlando della tua squadra, eri in lizza per la Coppa Verona. Per quanto la pandemia faccia passare il calcio in secondo piano per tutelare la salute di noi, ragazzi prima che giocatori, come vivi il fatto di non poter provare a mettere un altro titolo in bacheca, almeno per il momento?“In questo momento, lo dico col cuore, il calcio è passato in secondo piano come mai lo aveva fatto in tutta la mia vita. Da quando il nostro Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato l’inizio della quarantena, la mia mente si è concentrata su tutt’altri pensieri, fra cui anche la paura di recarmi nel posto di lavoro, che comunque vale per tutti. Ovviamente dispiace per la Coppa Verona mi dispiace, perché avevamo giocato una buona semifinale di andata, ma penso che dovremo fermarci. Fra l’altro, mi chiedo, anche nel caso facessero finire solamente le Coppe, come farebbero poi a promuovere le vincitrici nella categoria superiore. Se c’è una squadra che sale di categoria, ci dovrà pur essere qualcuno che retrocede…”

“… E proprio a questo discorso volevo arrivare: nel caso la stagione finisse oggi ed anche le Categorie più alte del calcio dilettante non arrivassero ad alimentare il calcio professionistico (ricordiamo che la Serie D alimenta la Lega Pro, e chi invece retrocede dalla Lega Pro approda in Serie D), secondo te ci saranno promozioni o retrocessioni in automatico o no?“Credo che in questo caso bisognerebbe congelare la stagione così com’è e non assegnare nessun titolo. Se non ricordo male, nelle nostre zone solo il Bevilacqua aveva un divario di punti dalla seconda tale da potersi reputare già promosso in Prima Categoria con diverse giornate di anticipo. Negli altri gironi, il campionato era ancora aperto, e con otto giornate da giocare poteva succedere di tutto, per cui non sarebbe giusto assegnare un titolo. Per quanto mi dispiaccia per il Bevilacqua, che aveva vinto tutti gli scontri diretti, se si decide di fermare tutti si deve ripartire l’anno prossimo da zero, sperando che si possa farlo, perché sarebbe una brutta batosta non poter più giocare per tanto tempo!”… E proprio dalla speranza che si possa riprendere a giocare, dovremo ripartire. Il calcio è un divertimento per tutti, giocatori ed appassionati, di cui il Covid-19 ci ha crudelmente privato. Auspico per me e per tanti ragazzi come me, che potremo tornare a divertirci cimentandoci in uno degli sport più belli del mondo.

Marco Farinazzo per www.pianeta-calcio.it

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