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sabato, 20 Aprile 2024

Adios, Diego Armando Maradona!

Ieri Diego Armando Maradona ci ha lasciato, all’età di 60 anni, nella tranquilla Tigres, cittadina vicino a Buenos Aires in Argentina, per una crisi cardio-respiratoria. Come tanti da adolescente ebbi la fortuna di vederlo in azione in un pomeriggio piovoso nella mia Como allo Stadio Sinigallia in uno scontro del campionato di serie A tra i lariani e il Napoli. Lui in campo da subito mi colpi. Un tracagnotto che dettava i tempi capace di fare prodezze incredibili. Mi emoziono ancora oggi quanto lo rivedo nella mia mente. Maradona era appena uscito da un operazione al cervello che era andata bene ma purtroppo il cuore non ha retto. Per tutti è il migliore giocatore di tutti i tempi assieme al brasiliano Pele. Un signore pieno di contraddizioni tra numero uno in campo per abilità e tecnica e un fiume di eccessi tra cocaina, nottate sfrenate nei locali notturni, belle donne e sfizi imperdonabili. Un’infanzia di miseria iniziata in una baracca a Villa Fiorito, quartiere della città di Buenos Aires, era il primo figlio di papà Chitoro e mamma Tota. Viene subito soprannominato “El Pelusa” per l’esagerata mole di capelli. Estro calcistico che ben presto viene notato da ragazzino. Suo zio Cirillo, detto il “Tappo”, era stato portiere dell’Estrela Roja di Villa Fiorito, suo padre era ala destra della squadretta dell’Esquina, troppo poco per considerare Diego un figlio d’arte. La palla però fu il primo regalo che ricevette da suo cugino Alberto Zarate. Maradona non ci gioca molto, preferisce andare nella strada vecchia a vedere i treni e a rubare le zucche nell’orto del vicino. Già da allora la vita per Armando era complicata e triste. Si arrangiava con la famiglia come poteva pensando giorno per giorno a sbarcare il lunario.

Col passare degli anni Maradona si innamora veramente del calcio. Ora passa intere giornate a giocare nelle strade polverose del suo paese, fingendo con i suoi amici di essere Hector Yazalde un calciatore professionista dell’Indipendiente che era nato a pochi isolati da lì. Ben presto un impiegato di banca, che vive non troppo lontano da casa sua, lo notò e gli propone di fare un mini provino per l’Argentino Juniors. I dirigenti della squadra lo notano e lo prendono. Diego gioca nelle “cebollitas”, così venivano chiamati i ragazzini dell’Argentinos Juniors. Il viaggio da casa fino al campetto e lunghissimo con due autobus da prendere, ma questo a Diego non pesa. A 10 anni fa il raccattapalle per la prima squadra. A 14 anni la fama del talento di Maradona fa il giro dell’Argentina. Si scomoda pure Omar Sivori che va a vederlo di persona e alla fine avrà grandi parole di elogio. I rivali del River vogliono acquistarlo ma l’Argentinos lo blinda e gli affitta un appartamento dove lui si porta tutta la famiglia, ma appena può torna nel suo quartiere di Villa Fiorito. Diego a 16 anni conosce l’amore della sua vita. E’ Claudia Villafane, la figlia di un suo vicino di casa.

Arriva anche l’esordio in prima squadra il 20 ottobre 1976 contro il Tallares. A 17 anni Luis Menotti lo convoca nella nazionale Argentina. Poi la sua carriera decolla all’inverosimile. Argentinos, Boca Juniors, Barcellona, Napoli, Siviglia, Newells Old Boys ed ancora Boca. Mai dimenticati gli anni di Diego passati a Napoli nell’era del presidente Ferlaino dove regalò alla città partenopea momenti sportivi incredibili. Come nella stagione di serie A targata 1986-87 con Ottavio Bianchi in panchina quando porto il Napoli allo scudetto. I successi continuano con 13 vittorie su 13 nelle gare di Coppa Italia che il Napoli vince per la terza volta nella sua storia. Nella stagione 89-90 il Pibe de oro fa vincere un altro scudetto al Napoli e la Coppa UEFA contro lo Stoccarda. Prima del suo addio alla città di Pulcinella Maradona vince anche la Supercoppa italiana strappandola alla Juve. In un controllo antidoping del 17 marzo 1991, in cui risulta positivo alla cocaina, Diego saluta definitivamente l’Italia. Solo dopo un anno e mezzo di squalifica Maradona può tornare a giocare con la maglia della squadra spagnola del Siviglia. In carriera Diego ha collezionato 91 presenze con la nazionale dell’Argentina e 588 con le squadre di club dove ha giocato segnando 312 gol. Di Maradona si può dire tutto e il contrario di tutto. Ma una cosa è certa, ha fatto innamorare con le sue prodezze anche chi di calcio non era appassionato. Diego mi mancherai!

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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