Non è facile svolgere il ruolo di direttore sportivo in una qualsiasi squadra di calcio, che sia dei professionisti o dei nostri amati dilettanti. Siamo curiosi di saperne di più e così abbiamo posto alcune domande a Filippo Baltieri che da 12 anni, dopo aver appeso le scarpette al chiodo, è diventato direttore sportivo. Da qualche anno è il diesse del Real Valpolicella che domenica scorsa ha fermato sullo 0 a 0 l’Unione La Rocca Altavilla, capolista incontrastata del girone “A” di Eccellenza. Filippo, come si diventa un bravo direttore sportivo? “Di solito si inizia prima col giocare a calcio e poi, dopo la gavetta sul campo, inizia il lavoro seduto dietro una scrivania. Non è facile, servono tanti ingredienti: carisma, appoggio pieno della società, conoscenza dei giocatori e delle varie categorie dei nostri dilettanti. Bisogna essere in continuo aggiornamento per saper scovare nuovi giocatori, aderenze e anche amicizia, perchè no, ci vuole tanto equilibrio e tanta pazienza”. Che cosa ti hanno trasmesso i nostri dilettanti in tutti questi anni? “La grande passione e l’amore per il gioco del calcio. I ragazzi hanno umiltà e voglia di dare tutto per la maglia che indossano. Lavorare durante il giorno e allenarsi di sera, in ogni condizione di tempo, non è mai facile ma se te lo senti dentro lo puoi fare con facilità. Il direttore sportivo deve vedere tante partite e documentarsi rapidamente. Può anche dare una grossa mano all’allenatore sulla gestione della squadra con lucidità ed attenzione. Non dobbiamo però scimmiottare mai il professionismo, là ci sono peculiarità e dinamiche ben differenti. Nelle categorie più basse a volte i rimborsi dei giocatori sono inesistenti e si gioca per il classico piatto di pasta del giovedì sera e per stare insieme ai compagni di squadra”.
I giovani sono pronti per approdare dal settore giovanile subito in prima squadra? “Non sempre, bisogna conoscere il loro percorso. Alcuni sono prontissimi ed altri meno. Dipende dal bagaglio calcistico che hanno alle loro spalle e che tipo di lavoro hanno fatto i loro allenatori. Devono sentirsi pronti sapendo che la prima squadra è un trampolino di lancio importante per arrivare poi a calcare i campi di categorie superiori”. Come è il livello tecnico dell’Eccellenza di quest’anno? “Parlando del nostro girone “A” posso dire che è abbastanza equilibrato e il livello è buono con squadre più o meno attrezzate per la categoria ma che sono tutte smaniose di conquistare con fermezza i loro obiettivi, che siano la salvezza o il salto di categoria. Una categoria dispendiosa ma una vetrina eccezionale a livello Veneto”. Chi vince il vostro girone? “Ovviamente dico l’Unione La Rocca Altavilla, squadra che dispone di giocatori come Falchetto e Arma, tra gli altri, di categoria superiore. Massima collaborazione in campo e buona organizzazione per lottare per il vertice. In campo ha dimostrato di essere la formazione più forte”. Quali sono le squadre che invece rischiano di retrocedere? “Una domanda a cui non so rispondere. Mancano ancora 5 partite alla fine del campionato e sono certo che per la bassa classifica ne vedremo ancora delle belle. A mio parere sono coinvolte almeno una decina di squadre”.
Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it