La decisone è stata presa dal Collegio di Garanzia del Coni che non ha accolto il ricorso presentato dalla società gialloblù del presidente Luca Campedelli. Nemmeno la Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche (Covisoc) ha ribaltato la decisione presa dal Consiglio Federale. La società veronese, ieri appresa la notizia, ha subito diramato un Comunicato Ufficiale: “L’A.C. ChievoVerona prende atto della decisione del Collegio di Garanzia del Coni e annuncia l’intenzione di impugnare tale decisione presso il TAR del Lazio per difendere i propri diritti, ribadendo di aver sempre operato in linea con le normative vigenti e federali per l’iscrizione al campionato di Serie B 2021-22”. I gialloblù non sono stati ammessi al campionato di serie B per aver rateizzato in dodici mensilità i contributi di ottobre e novembre 2020 dei propri giocatori, tecnici e collaboratori, azione permessa dall’Inps ma non dalla Covisoc che richiede il saldo degli stipendi in massimo 4 rate. L’organico della Serie B sarà completato col ripescaggio del Cosenza. Stessa sorte del Chievo anche per Carpi, Casertana, Novara e Sambenedettese che vengono escluse dal campionato di serie C nel quale sono state ripescate Latina, Lucchese, Fidelis Andria, Siena e una tra Fano e Pistoiese. L’A.C. ChievoVerona potrebbe tornare nei dilettanti dove non ripartirebbe dalla Serie D come era successo ultimamente a Palermo e a Bari. I gialloblù dovrebbero ricominciare dalle ultime leghe dilettantistiche perchè l’acquisire i diritti alla partecipazione al campionato di serie D è concesso alle sole squadre che rappresentano la propria città. Verona tra i professionisti è già rappresentata in Serie A dall’Hellas Verona e in Serie C dalla Virtus Verona, dove è iscritto anche il Legnago Salus. 

La redazione di www.pianeta-calcio.it