venerdì, 16 Maggio 2025
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Mister Simone Marocchio: “L’Audace ci assomiglia, è una squadra vera!”

Lo incontriamo indaffaratissimo nell’azienda che conduce assieme alla moglie Antonella; che gli ha dato 4 figlie e che lo “sopporta” (e psicologicamente lo supporta) da quando ha iniziato, lui classe 1970, a disegnare la favola dell’A.C. Raldon (dalla 3^ categoria alla Promozione alla guida dei “ramarri nero-verdi raldonati, allora, sponsorizzata da Leonardi Frutta). Difficile inchiodarlo alla sua cattedra per una manciata di minuti, ma l’impresa si compie perché è la gentile Antonella a chiudergli la porta dell’ufficio, dopo averci somministrato un caffè caldo. Domenica 11 maggio, sul leggiadro “Tiberghien” di San Michele, si terrà la gara di andata dei play out per non retrocedere in Prima categoria: ovvero il “derby” tra antiche “rivali”, tra ossidati tetti e campanili, quello tra gli audacini (31 punti) del mister e chef di alto bordo Matteo Biroli, e i poli-virtussini di mister Simone Marocchio (30 punti) e del diesse Mauro Annechini. Cosa ne pensa, mister, di questo derby che si appresta ad affrontare? “Se siamo arrivati fino a questo scontro fratricida, significa che è segno del destino calcistico. Conosco l’Audace, anche perché l’ho vista qualche volta, anche all’andata, benché io sia stato chiamato al capezzale borgo-veneziano solamente a tre bracciate dal termine del campionato. E’ una squadra come la nostra, tecnicamente, fisicamente e tatticamente non meritava di sostenere quest’appendice drammatica di campionato. Idem per noi. I sanmichelati hanno un mister preparato, che sa suggerire una buona organizzazione di gioco, trame molto interessanti, eppoi, è anche un amico. Anche lui, alla nostra pari, sarà andato incontro a una serie di infortuni, altrimenti non saprei spiegarmi come mai deve penare così a lungo per conquistare la permanenza in Promozione. Ora siamo lì, sullo stesso nastro di partenza, ma, noi con l’obbligo di vincere al termine delle due tappe”.

Cosa teme degli audacini? “Il fatto di essere una squadra vera, ciò che, ahimè, non siamo noi. A livello di giocatori singoli, temo Al Pia, Dalla Mura, Leoni, Herber, e l’ex di turno Yuri Brizzi. Sono giocatori, da cui i rosso-neri non possono non prescindere”. Invece, della Pol. Virtus, chi non va preso sotto gamba? “Io, invece, a differenza dei nostri avversari, conto su tutti, in particolar modo sul nostro difensore Dusi, e sulla punta Grigore Plamadeala. Il quale, se è in giornata, non ci sono difese in grado di reggere il suo urto, la sua spinta!” Non le è mai capitato di trovarsi in una situazione simile? “Sì, due volte: la prima alla guida dell’A.C. Raldon – stagione 2007-08 – contro la Carianese di San Pietro in Cariano: in quell’occasione riuscimmo a spuntarla. Mentre nella stagione 2013-14, guidavo allora l’Alba Borgo Roma del diesse Mauro Annechini, ho perduto contro il Sona; l’amarezza della sconfitta fu addolcita poi dal ripescaggio estivo in Promozione”. Un grande motivatore-caricatore, il super tifoso dell’Hellas Verona, il classe 1970 Simone Marocchio, nella vita di tutti i giorni un grande, indefesso lavoratore: sulla fronte reca una macchia che ricorda non solo un pezzo di legno piovutogli durante l’installazione di un pannello fieristico, ma anche – più in grande – la voglia che dominava, campeggiava in maniera piuttosto evidente sulla fronte del grandissimo uomo che lottò contro i muri e che contribuì (assieme a Papa Woityla e all’indomito sindacalista Lech Walesa) alla caduta del muro della vergogna (quello di Berlino, 9 novembre 1989) e favorì il tramonto dell’URSS, l’ex Presidente del Cremlino, l’illuminato Michail Gorbaciov. Ci congediamo dalla “cattedra” della sua azienda, sita a Villafontana, tenuta da Simone Marocchio, sentendoci rivolgere quell’appassionato e frenetico “Guarda che stasera i miei ragazzi – quelli della Pol. Virtus B.V. – sono tutti invitati a casa mia a mangiare, nella mia nuova villa a Raldon”. Un altro buon motivo, antico quanto si vuole, ma intramontabile nei suoi effetti, per fare gruppo e tenere ancora più unita la truppa. Di sicuro, quella piccola escoriazione-voglia sulla fronte passerà tra qualche giorno; non sparirà mai invece la sua grande passione, la sua inguaribile voglia… per il calcio! Questo è poco, ma sicuro!

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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