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venerdì, 19 Aprile 2024

Presentato a Baldaria l’A.S.D. Sule che è pronto a fare baldoria

Ritorniamo tra i “pirati di Sule” un anno dopo e l’atmosfera è la stessa: carica come una molla, entusiasmo alle stelle, voglia di tornare a calciare un pallone alla brasiliana – a piedi nudi – che non ti dico. Qui, nel microbico lembo di terra che incontri dopo aver lasciato la più conosciuta, la più impettita Cologna Veneta, per dirigerti nella vicentina Lonigo, tutto è pronto per vivere un’altra magica notte, alla Luciano Ligabue, per intenderci, “quelle notti da farci l’amore fin quando fa male, fin quando ce n’è”, ovvero fino a quando sei disposto a dare tutto fino in fondo. La luna malandrina ed opaca nella sua luminosità a causa della grande afa è sempre quella; qui nell’antica Città di Baldarìa, la passione per la pelota continua a non aver eguali, se pensi che Sule (e non come erroneamente riporta “sapientino” Google, chiamata Sulè – ci avverte lo storico Leone Simonato, precisando la derivazione nella latina “insula”, cioè isola, la quale emergeva, affiorava in buona compagnia di altri isolotti, nel 589 d.C. risparmiato dall’Adige e contemplato nelle centuriazioni facenti parte dell’Agro Atestino) è sorta prima dall’acqua qualche secolo prima della “città del mandorlato”, ultima…Colonia degli annoiati e con tanto di parrucca dogi e delle superbe dogaresse dall’incarnato pallido (come la luna). Ebbene, in questa notte di piena e “caliente” estate, di luna piena…di sogni, si sono dati appuntamento i “ragazzi della Via Pal”, quelli che avevamo conosciuto per la prima volta esattamente un anno fa: sono gli stessi, basta un niente per farli esplodere, alla pari di dirigenti-tifosi, che forniscono tutto il meglio del loro cuore per mettere i loro beniamini nelle condizioni giuste per vincere.

Sono anche questi “Guerrieri della celentaniana via Gluck” i sopravvissuti da un interminabile, soffocante, paranoico “stop and go” imposto da un Coronavirus, che ancora oggi minaccia la partenza del “fùbal”, ma che qui non trova né ospitalità né simpatizzanti (è stato chiesto dal team manager Stefano Pavoni un minuto di silenzio per ricordare le tante nostre vittime del Covid-19). Qui, basta un nonnulla, un fiammifero per far saltare in aria la polveriera di voglia di ritornare, una benedetta volta per tutte, alla normalità, all’hobby preferito, ai tanti successi. Per fortuna che al Presidente della nostra Delegazione Figc (Verona è in controtendenza nel Veneto per aumento di club iscritti in 3^ categoria), il vigasiano e torinista Claudio Prando, tra le autorità presenti alla serata, non scappa una mezza parola, del tipo “possibilità di ripescaggio in Seconda categoria”, altrimenti, verresti assordato dalla santabarbara di mortaretti, petardi e fuochi d’artificio che i due cugini e sponsor di Nocera Inferiore – Alfonso Attanasio e Gerardo Grimaldi – farebbero esplodere in una notte dell’Assunta, rischiarata alla pari di quella che ritualmente si vive a Castellamare di Stabia o a Vietri sul mare. Improvvisamente, sparirebbero, per correre nella loro azienda di autotrasporti a ritirare pacchi di materiale esplosivo per feste: altroché coriandoli o stelle filanti, da qui si rischiarerebbe il Colognese, il basso Vicentino e i colli Euganei.

Quei colli da cui – assieme al rosso Rabosello – proviene il bianco frizzantino ed appannato servito assieme al riso con le costine di maiale, seguito da un profumato prosciutto (probabilmente confezionato nella vicina e turrita Montagnana) al melone e impreziosito dal “dulcis in fundo”, la crostata, di ciliegie e di albicocche. Della serie, chi più ce ne ha, più ne serva in tavola! Dirigenti, che come licantropi, si trasformano al chiaror della luna malandrina e lattiginosa, sponsor che non vedono l’ora che riparti il gran carrozzone del calcio, giocatori che ricordano una sorta di mini Repubblica Basca che un’equipe, meglio un team – si è molto ricorso a questo sostantivo – non vedono l’ora di condividere agli ordini di quel “lider maximo” del mister, che è Cristian Masetto, ex gloria colognese e di quel Gazzolo che toccò il paradiso della Promozione (oggi invece la frazione di Arcole è teatro delle gare interne dei “pirati di Sule”).

E che dire di Graziano – padre – e Matteo – figlio ora diesse, ieri promessa del Chievo ed ex atleta dello stesso giovanissimo club – Pellizzaro? Mettono in campo esperienza, passione, “anema e core”: si sono adoperati per rinforzare il già competitivo collettivo, si coccolano con gli occhi, le buone maniere i propri ragazzi. Che, una volta entrati, in questa bolla, difficilmente aspirano a migrare in altri lidi, in altre zolle di terra. Sule non è una località, non è una frazione, ma è soltanto una via: lunga 850 metri circa, ma alla domenica – come succedeva nel Veronese nei ruggenti anni 70 e poi nei scoppiettanti anni 80 a Bagnolo (Sivam), a Pizzoletta (Pollo Miglioranza) e a Quinto (Officine Bra) – va in onda, si celebra la liturgia calcistica. Si va a prendere l’aperitivo a mezzogiorno in uno dei pub della via Sule, poi, ci si dà tutti appuntamento alla partita. In caso di vittoria, si ripassano, anche scaramanticamente oltre che festosamente, gli stessi locali, ammassandosi in oltre duecento unità. Tutti pronti a scattare in piedi quando i bomber (Luca Dal Molin, Davide Stella e Pippo Plafoni) fanno esplodere le loro polveri, sapendo anche di essere immortalati dalle zoommate effettuate dalla pimpante Giulia Fadda (figlia del dirigente ed amministratore del club Giovanni e fidanzata di Matteo Pellizzaro), incontrastata e vivace madrina della serata.

Qui è tutto pronto (gli allenamenti sono già iniziati) per disegnare una favola: il giovane classe 2002 Edoardo Bertìn sta già allestendo un ricco portale sui “pirati del Sule”, dopo aver impugnato l’originale gonfalone, con tanto di araldica, del sodalizio dai colori sociali nero e verde fondato dal compianto Claudio Bolcato. Basta un niente, un cerino per far esplodere di entusiasmo una via; per farla diventare un caso nazionale, superiore mille volte per risonanza a quella già scritta dal quartiere di Chievo. E, don Daniele Vencato, capo parrocchia di Cologna Veneta e frazioni, miracolosamente sopravvissuto dopo terribili mesi all’inferno del Coronavirus, sarebbe disposto a fare suonare le campane delle sue cattedrali illuminate a giorno anche a mezzanotte. Come è già successo in molti borghi del nostro caro Belpaese la fatidica notte del 11 luglio dell’anno di grazia 2021, dopo la leggendaria notte vissuta a “Wembley”. Don Primo Mazzolari aveva scritto che le grandi rivoluzioni scoccano nelle estreme periferie, negli angoli più impensabili della terra: ebbene, nella via Sule i pennelli sono già pronti a dipingere la volta celeste di verde (il colore dei prati) e di nero (il colore dei più irriducibili e impavidi corsari, di salgariana memoria e fantasia).

LA “ROSA” DELL’A.S.D. SULE 2021-22:
PORTIERI: Signoretto Luca (97, dal Caldiero), Lorenzoni Stefano (99) e Cicolìn Mattia (2002).
DIFENSORI: Alberto Campesato (99, dall’Aurora Cavalponica), Furlani Yari (93), Ferrarese Mirko (94), Bon Manuel (2002, dal Montebello Vicentino), Cavallon Andrea (97), Bonomi Federico (99, dall’Aurora Cavalponica), Franceschetti Filippo (97), Rinaldi Gabriele (94).
CENTROCAMPISTI: Polato Andrea (93), Nardi Matteo (86), Lunardi Manuel (96, dal Gazzolo), Lorenzoni Cristian (98, dal Giovane S.Stefano), Benin Giovanni (91), Scarsetto Alessio (88).
ATTACCANTI: Stella Davide (93), Plafoni Filippo (2000, dall’ACD Cologna Veneta), Dal Molin Luca (99, dall’Aurora Cavalponica), Gasparello Nicolò (99).
Mister Masetto Cristian
preparatore dei portieri Bolcato Moreno.
STAFF DIRIGENZIALE DELL’A.S.D. SULE 2021-22:
PRESIDENTE: Pellizzaro Graziano
DIRETTORE SPORTIVO: Pellizzaro Matteo
TEAM MANAGER: Pavoni Stefano
DIR. AMMINISTRATORE: Fadda Giovanni
DIRIGENTI: Bertin Edoardo (curatore del portale del Sule), Crestan Manuel, Maggio Antonio, Marcon Luca, Marcon Pompeo, Massimo Alessandro, Rossìn Andrea e Siliotto Giancarlo.

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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