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venerdì, 3 Maggio 2024

Fuori quota sì o fuori quota no nei nostri dilettanti?

Dal prossimo campionato 2023-24 è stato tolto l’obbligo di un fuori quota in Prima categoria, e di considerarne non più tre, bensì due, sia in Promozione che in Eccellenza. Abbiamo istituito una piccola tavola rotonda, raccogliendo i pareri di alcuni nostri addetti ai lavori (5 mister dilettanti), chiedendo a loro se sono favorevoli o contrari circa la nuova disposizione deliberata dalla Figc di Marghera. Andrea Greggio (mister Polisportiva Amatori Bonferraro): “E’ uno sbaglio togliere i fuori quota perché sarà più fatica dare spazio e inserire in Prima squadra i giovani. Si rischia di perderli, che lascino per sempre il calcio. Prima era un modo un po’ imposto per farli crescere, ma almeno si era tentati di farli crescere, anche attraverso i loro errori. E’ il risultato da raggiungere a tutti i costi che invoglia gli allenatori a propendere per il giocatore navigato, pronto e più esperto”.

Nicola Manara (nuovo mister del Cherubine): “Esistono su questo argomento due correnti di pensiero: c’è chi è favorevole a togliere i fuori quota perché sa che chi è bravo gioca lo stesso, e chi non li vuole togliere perché altrimenti non si impiegano quasi mai in Prima squadra i giovani del proprio vivaio. Sono due punti di vista corretti: io, nei due anni in cui ho allenato il Bovolone in Prima categoria, in una stessa gara ho fatto giocare tre ragazzi del 2006. Dipende solo dalla mentalità del mister della squadra”. Marco Goldoni (Nogara): “Noi, come Prima squadra a Nogara, quest’estate ci siamo ulteriormente ringiovaniti: non si può fare a meno di giocare senza giovani. Per vincere, devi costruire “rose” con giocatori esperti e più datati. Secondo me, in Prima categoria, era meglio se restava l’obbligo di un solo fuori quota: si premiano le società che si dedicano al vivaio da una vita. E’ vero che se non sono bravi, regola o no, difficilmente vengono impiegati in Prima squadra, ma, assisteremo a un graduale invecchiamento dei gruppi, giovani che lasciano il calcio o finiscono a giocare negli Amatori”.

Andrea Corrent (Oppeano): “Sono favorevole alla disposizione decisa dalla Figc perché l’impiego in Promozione e in Eccellenza di due giovani ti danno la possibilità di valorizzarli; anche se sono convinto che i bravi giocherebbero lo stesso, indipendentemente dai vincoli. Meglio i due che i tre fuori quota! Anche perché quando uno esce dall’età di fuori quota, fatica poi a trovare squadra e le società si ritrovano molti atleti da dover piazzare. Personalmente, sono sempre stato favorevole a far giocare i giovani, con o senza le regole chieste dalla Federazione”. Walter Bampa (mister A.C. Pozzo): “Se il giovane è bravo, va fatto giocare! Che sia un 2003, un 2004 o un 2005, non importa. Perciò, in una squadra ben vengano 5-6 titolari giovani, indipendentemente dagli obblighi”.

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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