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sabato, 4 Maggio 2024

I nostri Azzurri sono sempre più stinti!

L’eliminazione della Nazionale Under 21 guidata dal cittì veronese Paolo Nicolato per mano della Norveglia e la sua uscita dal campionato Europeo sottolinea il cattivo momento che sta attraversando da alcuni anni il nostro calcio, trionfatore agli ultimi Europei disputatisi nel 2021 a “Wembley” e vinto ai rigori a spese dell’Inghilterra, ma per ben due edizioni non classificatosi ai Mondiali, ci offre lo spunto di aprire una piccola tavola rotonda con alcuni addetti del nostro calcio dilettantistico. L’interrogativo di fondo è come mai le nostre Nazionali faticano ad andare lontano? Bepi Ruzza (presidente del C.R.V. LND-FIGC): “I nostri giovani talenti vengono poco impiegati nelle loro Prime squadre di club: a differenza di altre Nazioni, noi crediamo poco nei giovani. Negli altri Paesi, i giovani di 18-19 anni sono già titolari fissi e sono abituati ad affrontare sfide, a misurarsi con grandi impegni”. Maurizio Battistella (mister Sitland Rivereel): “In Italia ci sono troppi atleti stranieri. Non avverto nei nostri azzurri lo spirito di squadra, ma tanta individualità. Ricordo il grande affiatamento, l’unione d’intenti che animava l’Under 21 allenata da Cesare Maldini: tutt’altra cosa! E, poi, all’estero hanno più coraggio di lanciare i propri giovani, anche a 16 anni. La Roma lo sta facendo negli ultimi minuti, De Zerbi, nel Brighton, e nel Liverpool i ritmi e l’intensità sono altissimi, i giovani danno l’anima. Infine, in Italia mancano mister carismatici, fondamentali per la regìa di un gruppo”. Stefano Menini (diesse Montorio): “L’eliminazione degli azzurrini? Sta solo rispecchiando il nostro calcio. Bisognerebbe avere più coraggio di riformare i Settori Giovanili, puntando molto di più sui giovani italiani; i quali sono l’essenza del nostro calcio. Bisogna aver fiducia nei giovani, cercare di offrire a loro la Prima squadra come una valvola di sfogo. I giovani che arrivano dall’estero hanno costi inferiori. Per far crescere i nostri giovani occorrono energie ed investimenti importanti”.

Mauro Annechini (diesse Pol. Virtus B.V.): “Nel calcio ci sono così tanti interessi, che non c’è più nessuno che gioca con la testa libera, ma orientata da altre parti: il pallone da rotondo sembra essere diventato ovale. Mbappé, che rimane un grandissimo talento, non è più quello stratosferico con cui si era fatto conoscere. Poi, c’è da dire che con la tecnologia è cambiato il calcio. Oggi puoi essere un ottimo giocatore quanto vuoi, ma devi correre ai mille all’ora!”. Andrea Ceresoli (vice-presidente ASD Venera Calcio): “Troppi gli stranieri che giocano in Italia: valorizziamo poco i nostri giovani, bisognerebbe tornare a fissare – come qualche anno fa – l’obbligo dei soli tre stranieri per squadra. I nostri talenti – su tutti, Casadei – sono costretti ad andare all’estero. Sono tutt’altro che razzista: per me, italiano è il giocatore con la pelle scura, il quale può vestire la maglia azzurra! Poi, nei nostri grossi club si tende poco a valorizzare i nostri talenti”. Niccolò Zanetti (bomber del Vigasio): “Ci sono cicli nel calcio, così come nella musica e in altri campi. Quello che stiamo vivendo non è dei più felici, anche se sono certo che noi abbiamo tanti giovani interessanti. E’ che ci mancano i bomber degli anni 90, i Vieri, gli Inzaghi, i Toni, i Gilardino; i quali riuscivano a fare la differenza nella nostra Nazionale. Campioni del calibro di Totti e di Del Piero oggi farebbero fatica!”

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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