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venerdì, 3 Maggio 2024

La prima volta alla finestra di mister Antonio Ferronato

Classe 1967, nella vita di tutti i giorni impiegato, ha trascorso la maggior parte dell’esistenza correndo dietro a un pallone prima, e poi a insegnare a trattarlo come si deve ai suoi giocatori. Antonio Ferronato si trova per la prima volta – e, c’è sempre una prima volta! – senza una squadra, dopo aver guidato alla storica Promozione il Pedemonte e dopo averne – quest’anno – garantito una salvezza clamorosa, al cardiopalma. “Con il Pedemonte ci siamo lasciati” ci tiene subito a chiarire Antonio “in ottimi rapporti: addirittura il vice-presidente Claudio Farina mi ha rivolto molti ringraziamenti e ha organizzato con i giocatori e i genitori due splendide feste. E’ che io dopo 4 anni avevo dato tutto e si era consumato il giusto ciclo, sempreché non si avveri, all’interno del gruppo con cui lavori, un cambio generazionale. Eppoi, è giusto che i ragazzi trovino un’altra guida”. E’ la prima volta che sei fermo: come lo vivi questo momento? “E’ ancora troppo presto perché io possa rendermi conto del mio stop: il Torneo mi ha portato via tanta energia. Mi tengo sempre aggiornato sulle operazioni di mercato. Mi ha squillato il cellulare, ma non è scattata – come si dice – la scintilla giusta. Proposta fatta anche da un club di Promozione”.

Dieci i campionati vinti prima come giocatore (4 titoli in 5 anni con il Maistri Corrubbio, trionfo in Promozione con il Foroni, vittoria in Seconda categoria con il Porta Nuova di mister Franco Frasi e identico risultato con l’Arbizzano. Quello vinto con il Pedemonte è stato – l’anno scorso – il primo Torneo vinto come mister. “Sì, anche se considero molto importanti e costruttivi gli anni trascorsi in panca a Grezzana, dove, lavorando con un gruppo di molti giovani, per due anni consecutivi siamo riusciti a conquistare delle clamorose salvezze in Prima categoria”. Quale differenza hai riscontrato tra la Promozione e la Prima categoria? “Esiste una differenza sostanziale di organizzazione societaria. Passando al fattore campo, c’è molta più fisicità e molta più preparazione nelle palle inattive: l’equilibrio che regna in questa categoria viene rotto da una soluzione che nasce dai 20-25 metri o da calci da fermo”.

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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