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martedì, 30 Aprile 2024

L’inchiesta: Quanto è cambiato il ruolo del difensore da dieci anni a questa parte?

Negli ultimi decenni con la maggiore aggressività ed intensità nel proporre l’azione, il ruolo del difensore è cambiato. Se torniamo indietro nel tempo, nel ricordo di noi ragazzini “di una volta” visto la maggiore età raggiunta da un pezzo, quelli meno bravi nelle partitelle al campetto dell’oratorio venivano rilegati in difesa, sulle corsie laterali difensive, dove potevano fare meno danni possibili, e se ci mettevano un pò di grinta potevano fornire comunque un buon contributo alla squadra. Allora il ruolo era marginale, in una formazione con gli attributi calcistici sia chiaro, spiccano il ruolo del portiere che doveva chiudere a doppia mandata la propria porta e quello dell’attaccante fantasioso ed imprevedibile nel puntare a rete. Con il tempo è con la nascita di calciatori di straordinario talento che hanno rivestito quel ruolo, il difensore ha cominciato ad acquisire sempre maggiore importanza, divenendo un valore aggiunto per la squadra che poteva sfoggiare , sull’esterno di difesa, un calciatore di qualità superiore alla media. Ma quali sono gli ingredienti per essere un buon difensore? Abbiamo posto questa domanda ad alcuni difensori di provate capacità che giocano nei nostri campionati dilettantistici. “Sono tanti anni, dieci anni è più, che faccio il difensore centrale – dice Nicolò Dalla Pellegrina, l’anno scorso in forza al Mozzecane neo promosso in Eccellenza -. Questo ruolo è cambiato tanto. Una volta serviva il classico mastino, marcatore a uomo che non lasciava spazio all’attaccante che marcava in partita. Oggi la marcatura è rimasta importante è fondamentale, ma devi essere bravo anche a spaziare in difesa salendo con il pallone tra i piedi verso il centrocampo e se hai velocità salire sulle fasce fino all’area avversaria. L’impostazione del gioco parte sempre dal basso e serve maggiore tecnica e ampia visione di gioco. Maggiore prestanza atletica che fisica e maggior continuità nel rendimento”.

Davide Foroni del Valgatara, sempre di Eccellenza, dice: “Rispetto a dieci anni fa, il calcio anche nei nostri campionati dei dilettanti è cambiato molto. Ci sono più movimenti con la palla. Il difensore di adesso deve essere bravo a giocare la palla partendo dal basso. Intraprendenza, caratura tecnica ed atletica fanno sempre la differenza. Bisogna saper difendere mettendo il proprio corpo orientato a difesa del tuo portiere e con alle spalle davanti all’attaccante che ti preme e vuole fare gol. Ma non basta devi sapere impostare alla grande per far salire la squadra con le tue giocate. Sicurezza, umiltà e cuore ti possono regalare nuove emozioni, in un ruolo, quello del difensore, che amo moltissimo. Ma stiamo perdendo però la destrezza di saper difendere prima di preoccuparci di saper impostare l’azione”. Ora la palla, pardon la parola, passa a Pietro Gecchele (foto grande), nuovo acquisto del Caldiero di serie D: “Il ruolo del difensore è sicuramente in evoluzione. Ma anche il modulo con cui gioca la tua squadra è importante. Ad esempio, nel portare palla nel modulo a tre, Bastoni dell’Inter si spinge in avanti ma altri due suoi compagni stanno dietro e lo coprono. A quattro, invece, se sei un centrale diventa più rischioso e io personalmente non lo faccio. A mio giudizio tutti i ruoli nel calcio sono fondamentali perchè è un gioco di squadra dove tutti devono fare la loro parte. Il segreto di un buon difensore di oggi è giocare tranquillo e concentrato per occupare bene gli spazi in campo. Applicando in pratica le dritte che ti ha insegnato il tuo allenatore in allenamento”.

Mister Cristian Soave, che è tornato ad allenare il Caldiero in serie D dopo l’esperienza al Breno, ci dice: “Ovviamente rispetto a dieci anni fa il ruolo del difensore ha cambiato nella sua struttura portante. Ma attenzione non lo stravolgiamo troppo. Il difensore, e non è una frase fatta, è nato per fare il difensore e quindi non va mai dimenticata questa caratteristica fondamentale. Certo è che se hai un giocatore che è bravo a spingere in avanti, va benissimo, ma se non hai difensori che marcano le partite non le vinci. Questa è la mia idea!”. Simone Dal Degan, neo mister della Virtus Cornedo che da giocatore faceva proprio il difensore centrale, dice: “Mi piace la domanda, visto che ho giocato in difesa. Innanzitutto il difensore deve essere bravo a difendere, ma nel corso di questi anni viene sempre più richiesto di saper uscire dalla propria difesa con la palla tra i piedi, di riconoscere dove ci sono gli spazi liberi e portare la palla in maniera pulita proteggendola dagli attaccanti che ti vengono a pressare. Non è facile, è più facile a dirsi che a farsi, specialmente dei nostri dilettanti, ma ci si può lavorare tranquillamente in allenamento, conoscendo le singole caratteristiche del giocatore si può capire se è in grado di farlo e capirlo o meno”.

Chiude Fabrizio Sona (ex Cadidavid), nuovo allenatore del Pescantina Settimo recentemente retrocesso in Promozione (con alla guida Giovanni Orfei) dopo aver perso i play out di Eccellenza nella doppia sfida contro il Valgatara di mister Andrea Matteoni: “Assolutamente si, il ruolo del difensore è cambiato molto, oggi deve essere duttile e veloce nel prendere la palla e salire in avanti partendo dalla propria linea difensiva. Se vogliamo parlare di crescita, anche il calcio odierno deve continuamente alzare l’asticella nei fondamentali di ogni ruolo. Facendo i dovuti paragoni e non scimmiottando i professionisti. E’ sempre più difficile fare oggi il difensore. Serve aver testa e piedi buoni. Una volta ai tempi dei vari Cordioli e Accordini, giocatori di un altro stampo che ho avuto la fortuna di allenare, era molto diverso. Loro marcavano l’attaccante con tanta grinta e nessuno gli andava via nell’uno contro uno. Oggi devi stare attento, da difensore, a non perdere nel gomito a gomito l’attaccante che punta a rete, sicuramente il calcio è diventato meno tecnico e più veloce”.

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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