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lunedì, 29 Aprile 2024

Meglio un mister che lavori sulla tecnica o uno che sia un grande motivatore?

Che cosa vi piacerebbe che vi insegnasse il mister negli allenamenti, crescere dal punto di vista tecnico oppure preferite un mister grande motivatore che vi carichi per la gara?
Simone Garofalo, bomber del Pgs Concordia, dice: “Personalmente preferisco tecnici che parlano alla squadra e che stanno abbiano un buon feeling con i giocatori. Bravi a caricarli e a motivarli infondendo fiducia nei loro mezzi. Per giovani, invece, è meglio un mister che insegni la tecnica per farli crescere nei fondamentali. Allenare non è mai facile, è un ruolo che devi sentire dentro. Non è automatico che un buon giocatore, finito di giocare, diventi un bravo allenatore. Sono due ruolo molto diversi fra loro”. Matteo Speri, capitano del Real Valpolicella, dice: “Ci vorrebbe il giusto mix. Vorrei vedere in un tecnico bravura sia sull’aspetto puramente tecnico che nel lato motivazionale. Io amo fare anche gli esercizi con la palla perchè mi divertono molto. Nel calcio si può migliorare tutto, l’allenamento è fondamentale e ti fa rendere al meglio durante la partita”. Gli fa eco il compagno di squadra e portiere Riccardo Rossi: “Un allenatore deve avere carisma e deve essere un buon comunicatore. L’aspetto motivazionale e basilare, altrimenti come farebbe a caricare la squadra. Poi deve essere bravo a costruire trame di gioco attraverso gli allenamenti che non devono essere ripetitivi e di buon impatto per i ragazzi che allena. Deve essere un leader in tutto per tutto. Deve generare la giusta alchimia e insegnare calcio a 360 gradi”. 

Riccardo Sospetti, bomber del Gargagnago, dice: “Un allenatore deve saper coniugare varie cose: motivazioni, tattica, tecnica, aspetto difensivo e offensivo e costruzione del gioco partendo dal basso. Ma, a mio parere, curare i fondamentali è molto importante. Esercitarsi nei rigori, nelle punizioni, nel tiro da fuori e nei rinvii dei portieri è un modo per crescere sempre di più”. Giacomo Boseggia, bomber dell’Oppeano, ci dice: “Apprezzo tanto che un mister abbia un dialogo, anche in privato, con i suoi giocatori. Un aspetto che può rafforzare la comunicazione. Poi, è chiaro che serve avere le basi, sia tattiche che tecniche, che gli allenatori migliori hanno. Il calcio e le dinamiche di una squadra sono molteplici, un mister deve dare il suo contributo e i giocatori e dirigenza fanno il resto. Vincere non è mai facile e quando ci si riesce è davvero bellissimo”. Samuele Lerco, giocatore dell’Ambrosiana, dice: “A mio parere, il mio attuale mister, Jodi Ferrari, ha entrambe le cose. Oltre a darci consigli tattici e tecnici e molto bravo a motivarci. Legge bene le gare e ci sprona sempre a dare il massimo. Usa l’empatia giusta e ci fa stare con i piedi per terra”.

Il portiere del Vigasio Luiz Carneiro Dal Bosco, dice: “E’ ovvio che avere un mister che ci fa crescere tecnicamente, che ci fa capire come muoversi sul campo e come costruire il gioco è molto importante, però, secondo me, oggi come oggi ci vuole anche un allenatore che si comporti in una certa maniera più sentimentale, nel senso che sappia capire bene il giocatore e sappia come gestirlo. Un allenatore che ci dia fiducia e ci faccia capire l’importanza che ognuno ha nella rosa. Quindi, secondo me, l’allenatore perfetto è quello che ti fa crescere tecnicamente e che prepara bene ogni partita, ma che sappia anche gestire i giocatori a livello mentale riuscendo a dare le giuste motivazioni ad ogni giocatore a sua disposizione. Oggi la maggior parte delle difficoltà dei giocatori è nella mentalità”

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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