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lunedì, 29 Aprile 2024

Riccardo Allegretti vuole in regalo i tre punti sul campo del Crema

Ieri il mister della Clivense ha spento 46 candeline, oggi compiono gli anni Tommaso Polo e Milan Kocic. Tutti vogliono regalarsi tre punti nella trasferta di domenica

Mister Riccardo Allegretti ieri 15 febbraio ha compiuto 46 anni. Più della metà li ha vissuti in primo piano nel calcio, la sua più grande passione che poi è diventata anche un lavoro. Oggi Riccardo Allegretti continua ad allenare la Clivense con l’obiettivo di conquistare quest’anno una la salvezza, possibilmente senza passare dalla lotteria dei play out del girone B di serie D. Attualmente la sua Clivense è 14esima con 29 punti a +2 dalla zona play out e domenica andrà a far visita al Crema penultimo in classifica con 20 punti. Nel suo palmares da giocatore professionista Allegretti ha collezionato 478 presenze e segnato 44 reti. Ma qual è stata la società che gli è rimasta più nel cuore? “La Triestina, senza ombra di dubbio – dice Allegretti -. Per le stagioni giocate con gli alabardati e per il blasone della società. A Trieste ho conosciuto mia moglie, la madre delle mie tre figlie”. E gli allenatori che ti hanno dato molto quando giocavi? “Ogni allenatore che ho avuto mi ha insegnato tanto. Per i valori umani dico i nomi di mister Galderisi, Maran e Varella, tre persone fantastiche, mentre se devo parlare della questione tecnica dico Malesani, Ventura e Baldini”.

Non tutti sanno che Riccardo Allegretti ama moltissimo cucinare e quando capita prepara le pietanze della cena settimanale della Clivense. “Il mangiare in compagnia, a mio parere, è un bel momento di forte aggregazione. E’ stato mio padre che mi ha trasmesso la passione di stare ai fornelli. I miei giocatori della Clivense mi fanno sempre i complimenti. Ottimo, vuol dire che i miei piatti piacciano e la cosa mi rende davvero orgoglioso”. Ma nel calcio una volta appese le scarpette al chiodo le amicizie tra ex compagni di squadra restano? “Non sempre. Poi, io che sono un attimino burbero – e ride -, non ne ho tante. A volte mi sento con qualche ex giocatore, che ora fa anche lui l’allenatore, per dei consigli prettamente tecnici. Se ci vediamo sui campi ci abbracciamo e facciamo una bella chiacchierata, ma niente di più”. Qual è il tuo sogno nel cassetto? “Continuare a portare avanti il progetto della Clivense per cercare di andare sempre più in alto. Sono venuto qui a Verona chiamato dall’amicizia con il presidente e mio amico Sergio Pellissier e per coronare un grande sogno che non voglio svelare per scaramanzia”.

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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