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venerdì, 3 Maggio 2024

Daniele Reichenbach, 20 anni da allenatore a 360 gradi

Si è preso quest’anno un anno sabbatico, mister Daniele Reichenbach, dopo la tanta gavetta fatta nel settore giovanile con l’obiettivo di far crescere i suoi ragazzi. La stagione passata ha conquistato la salvezza guidando la Juniores Elite del Valgatara vincendo lo spareggio col Montorio. “Voglio ringraziare la dirigenza del Valgatara che mi ha fatto vivere quattro stagioni appassionanti ed indimenticabili. Ho fatto parte di un ambiente stimolante che mi ha lasciato tanto in termini tecnici e di valori umani. Un plauso ai miei ragazzi della Juniores Elite, che sono stati incredibili, e a chi mi ha dato una mano e ha fatto parte del mio staff tecnico, Andrea Caneva e Gabriele Bianchi. Una carriera, la sua, passata su tanti campi giovanili della provincia veronese, prima come vice allenatore ad Arbizzano nel 2004-05 con gli allievi B (annata 1991-1992), poi 8 anni al Sona Maddalena Mazza dove praticamente ha seguito l’annata 1993 dai giovanissimi sperimentali fino alla Juniores Elite. Nel 2013-14 segue il suo carissimo amico e mister Francesco Marafioti nell’esperienza a Avesa con la squadra di Prima categoria portata alla salvezza, poi, nella stagione successiva approda insieme a lui al Cadore in Seconda categoria.

Nel 2014 consegue l’abilitazione di allenatore Uefa B e nel 2015-16 passa al Pescantina Settimo come vice allenatore sempre dall’amico e mister Marafioti, dove ricopre pure il ruolo di d.s. e responsabile tecnico. In seguito guida da primo allenatore gli Allievi regionali e la Juniores Elite, sempre a Pescantina. Nel 2017-18 subentra come allenatore ai classe 2001 dell’Ambrosiana (Allievi regionali) conquistando la categoria Elite. La Stagione successiva rientra a Pescantina come Direttore Tecnico delle squadre a 11 e allenatore della Juniores Elite. Nel 2018-19 arriva al Valgatara alla corte del Presidente Silvano Caliari e del patron Marco Ferrari dove conduce la Juniores Elite per 4 stagioni. Daniele, in questi 20 anni consecutivi nel calcio veronese come ti sei trovato? “Benissimo, una passione immensa la mia che mi ha permesso di trovare amici e formare ragazzi che a distanza di 20 anni ritrovo ancora con piacere. La soddisfazione più grande è che loro si ricordano ancora di me e mi abbracciano con affetto”.

Come ti è nata l’idea di fare un giorno l’allenatore? “Bella domanda la tua! Da quando giocavo penso, in tutta franchezza devo dire che sono stato un calciatore mediocre, ma mi sono sempre divertito giocando con tanto rispetto e sacrificio. Non ero dotatissimo tecnicamente ma avevo un grande senso della posizione e questo ha compensato le mie lacune. Ho smesso presto, dopo un infortunio al ginocchio a soli 18 anni, poi il trasferimento e la decisione dei miei genitori di rientrare a Verona, prima vivevo a Milano. Ma già quando giocavo ero un allenatore in campo, ed il mio vecchio mister a Milano me lo ha sempre detto “Hai tutte le carte in regola per diventare un bravo allenatore ”ed io non so ancora se lo sono diventato veramente!”.

Ti consideri una allenatore a 360 gradi? “In che senso? Se intendi motivatore e capace di insegnare sul campo il gioco del calcio direi di si. La parola allenatore non mi piace molto, preferisco definirmi formatore. Infatti io le prime squadre non penso di volerle condurre, altra filosofia e altri “giochi” . Fino dai tempi di Sona ho voluto implementare le mie conoscenze, non solo da mister (non si smette mai di evolversi e di imparare) ma anche da dirigente, imparando in segreteria e poi ero un maniaco (e lo sono ancora) delle regole, regolamenti e altro. Mi piace conoscere regole e regolamenti noif eccetera, ho anche fatto il Corso Adise a Venezia e ho preso l’abilitazione come Collaboratore della Gestione sportiva (indirizzo Tecnico). Praticamente il Direttore sportivo nei dilettanti, il primo scalino per poi fare il Corso a Coverciano, che non farò sia chiaro, visto che non ho ambizioni professionistiche”. So che sei anche Vice presidente dell’AIAC di Verona.. “Si è vero, mi sono voluto candidare per gioco, per capire come funzionava il sistema, anche se lo conoscevo già un pochino. Sono stato eletto nel Consiglio della Sezione di Verona con Presidente Michael De Santis e sono stato poi eletto Vice presidente. Come commenti le ultime innovazioni regolamentari, tipo la Riforma dello sport? “Una goccia in un oceano direi, e poi noi siamo Italiani e qualcuno trova sempre il modo di by-passarle”.

A mio parere personale il Calcio dilettantistico sta purtroppo morendo, non capiamo che c’è bisogno di evolversi sia come regolamenti che come gestione. Poche persone competenti ma anche generazioni di giovani, che non sono state educate al sacrificio e al cosa vuol dire giocare a calcio. Ma qui potrei scrivere un enciclopedia”. Cosa ti ha dato il Calcio? “Il Calcio è la mia vita, la mia passione che ho sempre avuto. Formare poi è la cosa che mi piace di più, e non vincere, sia chiaro e sottolineo questa cosa. Credo che la vittoria in una squadra sia la conseguenza del tuo lavoro durante la settimana, poi è chiaro che tutti noi allenatori vogliamo vincere ma io da quando alleno cerco altro nelle mie squadre, o almeno ci provo, sono un allenatore come tutti. Poi ripeto mi ha fatto conoscere molti amici e mi ha fatto capire anche che per fare calcio ci vogliono persone competenti e con una certa filosofia, e devo dire che non ce ne sono tanti che la pensano come me”.

Quest’anno ti sei preso una pausa e hai deciso di non allenare, anzi di formare, è vero? “Bravissimo, hai capito cosa intendo! Si è tutto vero, mi son preso un anno di pausa e dopo quasi 20 anni ininterrotti (a parte la disgrazia del Covid) ho preso questa decisione. Vediamo se l’anno prossimo mi tornerà la voglia”. Ma non farai proprio più nulla? “Seguirò la mia famiglia, alla quale chiedo scusa per il poco tempo a loro dedicato e che ringrazio di avermi supportato tutto questo tempo, loro ancora non ci credono (e ride). Devo essere sincero, sono stato negli ultimi 4 anni in una Società fantastica fatta di persone che amano il calcio. Sono stato adottato da un paese (Valgatara) dove nell’ultima stagione ho fatto da ottobre il d.s., su richiesta di Marco Ferrari, con molto piacere. E’ stata una stagione un po’ faticosa per me ma voglio precisare che io e il Valga non abbiamo rotto i rapporti, anzi! È stata una mia decisione quella di voler staccare e ricaricare le pile, come si dice. Io e Marco (Ferrari) per diverso tempo ci siamo inseguiti ma la proposta arrivava sempre un po’ dopo che avevo stretto la mano a qualcun altro, poi 4 anni fa è capitata l’occasione e non ci siamo più lasciati e non li lascerò fondamentalmente, anche se con nessuna carica ufficiale. Mi vanto di essere stato uno degli artefici nell’aver fatto conoscere Valgatara e Negrar (che gia si conoscevano sia chiaro) e credo che il matrimonio funzionerà, il Valga cercava da tempo una società che aveva la giusta filosofia per avere la filiera, e la Pol. Negrar cercava una Società che avesse la sua stessa filosofia e passione. Così è nato il Real Valpolicella a cui auguro un grosso in bocca al lupo, e poi, come dice il detto, l’unione fa la forza!”

“In questi mesi ho ricevuto chiamate e ringrazio per la stima nei miei confronti (evidentemente in questi anni si vede che qualcosa ho fatto) tutte quelle persone che mi hanno contattato per chiedermi se ero interessato a mansioni come Responsabile del settore giovanile, diesse o allenatore, ma la decisione ormai è presa e ora mi riposo coccolato dalla mia famiglia. Farò “consulenza” freelance, quello si credo, ho in mente qualche idea, oltre al fatto di dare il mio contributo all’Associazione Allenatori di Verona per aiutare i miei colleghi”. Un ultima domanda, di allenatori a Verona ce ne sono molti? “Direi di si! Ultimamente il Settore tecnico ne ha abilitati molti. Secondo me con una regolamentazione errata per la crescita di un mister. Uefa C, Uefa D e Uefa B a Verona ce ne sono parecchi a quanto ne so. Sto portando avanti una mia battaglia personale con il Settore Tecnico per non far fare ai nuovi futuri allenatori il patentino Uefa D senza prima non aver preso l’Uefa C e aver fatto un po’ di esperienza (almeno due stagioni è la mia idea) non so se la vincerò, devo essere sincero, c’è un po’ troppo qualunquismo nei piani alti. Tutto vogliono fare l’allenatore e prendere subito il patentino Uefa D che ti permette di condurre Juniores e prime squadre fino alla categoria Eccellenza e pochi fanno l’Uefa C che invece ti permette di allenare dalla Juniores in giù (settore giovanile). Io consiglio di fare prima il C, anzi come ho detto lo renderei obbligatorio e questo perché ti permette di capire se sei in grado di essere un Allenatore e di avere il carattere per farlo”.

“Tornando a noi – prosegue Daniele -, secondo me ci sono gli allenatori ma questi preferiscono categorie regionali o superiori e prime squadre, tutto qui. Non hai nemmeno idea di quante telefonate ricevo ogni giorno da Società che non trovano allenatori per allenare i provinciali e allora purtroppo a volte le Società affidano la conduzione (e non potrebbero) a persone non abilitate. Il nostro amato calcio, parlo a livello dilettantistico, deve capire che bisogna avere persone con le competenze giuste, e parlo dai Presidenti, ai direttori sportivi, agli allenatori e ai dirigenti. Se non cresceremo sotto questo punto sparirà, e questo, a mio avviso, alla Federazione e alle varie Leghe non lo si vuole ancora recepire. Forse l’unico modo per cambiare e prendere delle soluzioni, è soltanto quello che la nostra Nazionale non vada per altri anni ai Mondiali, ma li parliamo di professionismo e non capiamo che è dalla base, quindi dai dilettanti, che bisogna che ci evolviamo”.

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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