Da più di un quarto di secolo è nella stanza dei bottoni della Gabetti Valeggio, Gianni Pasotto, classe 1961, immobiliarista con la passione per il calcio. Ancora più autentica, visto che non ha figli maschi: “Noi della Gabetti Valeggio abbiamo un’idea di calcio un po’ particolare perché i risultati rappresentano soltanto un aspetto marginale. Certo, ben vengano, siamo d’accordo, ma noi teniamo in modo particolare all’aspetto amicale, ludico dei giocatori, e, sotto questo punto di vista, siamo sul binario giusto”. Un girone, il “B”, molto equilibrato: “La qualità, rispetto a una dozzina di anni fa, si è un pochino abbassata, anche se riscontro in molti mister la volontà di ovviare a questo scalino. A volte, oggi, si assiste a belle partite, meno garibaldine di una volta”.
Quali sono le compagini che le sono maggiormente piaciute? “Il BorgoPrimomaggio ha una buona idea di gioco, si vede che c’è un lavoro dietro a mister Tiziano Salvagno. Il Pizzoletta e l’Olimpia Ponte Crencano sono ottime squadre e si propongono, a mio avviso, a ragione, come le più serie candidate alla vittoria finale”. Quest’anno, la Figc della Delegazione di Verona presieduta da Claudio Prando ha deciso che il Corso di Uefa C per allenatori di Settore Giovanile si svolgesse proprio a Valeggio: “Questo rappresenta per noi un motivo di orgoglio perché i corsisti e i loro formatori federali trovano una struttura all’avanguardia, un campo a 11 in sintetico ed un altro in erba in condizioni perfette. Ma, anche possono disporre di una gabbia, che noi abbiamo chiamato “rosso-blu Arena”, ideata per affinare la tecnica calcistica e potenziare la velocità di pensiero”.
La situazione del vostro vivaio? “E’ il nostro fiore all’occhiello. In dirittura d’arrivo un modello formativo che non ha eguali in tutto il territorio nazionale: al centro è il ragazzino e non il giocatore di calcio, vogliamo creare persone e non campioni, e tutto questo grazie a persone da noi appositamente inserite in società, le quali curano questi aspetti di una certa – se vogliamo anche battezzarla così – educazione civica”.
Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it
