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venerdì, 26 Aprile 2024

Tauland Beqiri, il portiere-rigorista del Verona International che non perdona mai

Non è la prima volta, eh, che trasforma un calcio di rigore Tauland Beqiri, portiere nato a Kelcyre, nel Sud dell’Albania, sulla riva del fiume Vjose, a pochi passi dalla Grecia, il 2 aprile del 1994. Nella vita di tutti i giorni issa ponteggi e porta cazzuole di malta nell’impresa edile di alcuni amici connazionali e alla sera vola a tuffarsi da un palo all’altro nel Verona International del presidente Thyago Rodrigo De Souza, punta, classe 17 novembre 1985. “Siamo un gruppo con la presenza di diverse etnie” spiega il diesse e mister Gentjan Cani “rispetto all’anno scorso abbiamo perduto 8 giocatori, ma siamo riusciti lo stesso, a tempo di record, a comporre una “rosa” di 17-18 atleti, il cui primario obiettivo è ottenere quest’anno la salvezza nel campionato di Seconda categoria, per vedere poi dove si può arrivare, magari ai play off”.

Cambiata anche la bandiera: da quella rosso e nera – i colori tipici del “Paese delle aquile”, l’Albania, a quella giallo e blu con il lupo che campeggia, fortemente voluta dal nuovo “patron”, De Souza: “Da noi” aggiunge Gentjan Cani “ci sono anche tre paraguaiani, poi ghanesi, nigeriani, albanesi, nel rispetto di una squadra che ha sempre annoverato diverse etnìe. Giochiamo sugli impianti di San Michele, finora abbiamo raccolto 6 punti in 4 gare, anche se abbiamo incontrato squadre abbordabili e non le favorite BorgoPrimonaggio, Olimpia Ponte Crencano e Parona”.

Tornando a Tauland Beqiri, esperto anche idraulico, è giunto in Italia a 7-8 anni: “Sono cresciuto nei giovani dell’ U.S. Virtus Borgo Venezia e sono arrivato fino a due convocazioni nella Prima squadra che ha poi conquistato l’accesso alla storica serie C. Poi, ho vestito le maglie del Caldiero, dell’Edera Veronetta e, da 3 stagioni a questa parte, del Verona International che in estate è passato dalla presidenza del mio connazionale Alban Saraci a Souza”.

Domenica scorsa, nella gara perduta per 1 a 3 a San Michele per mano del Real San Massimo 2000, suo il gol, della pur magra consolazione, contro i nero-verdi rionali di mister Roberto Sorio: “Ho spiazzato il mio collega Zattoni, calciando diversamente dal solito. I rigori quasi sempre li batto io o in alternativa li calcia il marocchino Mohammed Mouane, che noi chiamiamo “Momo”. L’anno scorso, pur giocando poco – per motivi di impegni di lavoro – ovvero solo le prime 4 gare dell’andata, ricoprendo il ruolo da centrocampista alla Totti, il mio idolo da buon romanista, e il ruolo nel quale da bambino avevo iniziato a giocare, e poi le ultime due dei play off, sono riuscito lo stesso a trasformare un penalty, mantenendo la media realizzativa degli altri anni. Tra i pali, continuo ad ispirarmi al grande Gigi Buffon, a mio parere il più forte portiere del mondo”.

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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