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venerdì, 17 Maggio 2024

Marco Gaburro è in attesa di una nuova chiamata di Serie C

Il tecnico veronese, che ha alle spalle 20 anni di carriera da allenatore, aspetta la chiamata giusta. Nel frattempo è uscito il suo ultimo libro dedicato agli allenatori dal titolo "Costruire l'allenamento giusto".

Sta aspettando l’occasione giusta, il popolare allenatore di Pescantina, Marco Gaburro. Concluso il suo biennio al Rimini, portando al primo anno la compagine biancorossa in serie C dopo aver vinto il campionato di serie D e nel secondo perdendo ai play off con il sogno di provare ad arrivare in Serie B, Marco sta alla finestra in attesa di una nuova chiamata: “Sto aspettando un’offerta importante e vorrei continuare ad allenare in Serie C. Un palcoscenico ambizioso come lo sono io. Ho ancora tanta voglia di mettermi in luce”. Sembra lontano anni luce quando Marco allenava i bambini a Pescantina nel 1992. Con il passare del tempo ha poi maturato l’idea di fare l’allenatore professionista. Bisogna fare la gavetta e non è facile trovare la strada giusta, ma Marco aveva la testa dura e molta pazienza. Ha allenato anche le giovanili del Sona Mazza e della Poggese. E proprio nel piccolo paese del Mantovano, a Poggio Rusco appunto, è scoccata la scintilla con il vero calcio dei professionisti. Gaburro è cresciuto in tutti i sensi assaporando il calcio vero intriso di emozioni. Con la sua voglia di imparare ogni giorno, intensità, personalità, umiltà e perseveranza, terminati gli studi presso l’Isef è decollata la sua carriera. Tra Veneto, Lombardia e Piemonte ed Emilia Romagna, Marco ha vinto finora quattro campionati di serie D (con Poggese 2001, Gozzano 2018, Lecco 2019 e Rimini 2022).

Ma qual è la linea sottile che divide un allenatore anonimo o discreto, da uno più esperto e navigato? “La voglia di fare tesoro degli errori passati – dice Marco Gaburro – e svoltare con nuova energia e dinamismo. Bisogna studiare e documentarsi ogni giorno. Le difficoltà sono molteplici e non vanno dimenticate. L’allenatore resta comunque la figura più esposta quando una Società lavora per raggiungere un risultato importante. E’ quello chiamato a parlare di più con i media e bene o male e sempre al centro del mirino. Bersagliato a volte, quando non raggiunge i risultati sperati, anche dai tifosi e da chi gli sta vicino. Deve avere insomma le spalle grosse e perseguire le proprie convinzioni e idee. Un ruolo di allenatore che si consuma facilmente. Altre figure del mondo del calcio, diciamo così, scadono con meno velocità. Un allenatore sta al centro di varie situazioni che riguardano aspetti gestionali, tecnici, psicologici, tattici, di preparazione fisica e aspetti strategici. Deve sapere comunicare in maniera chiara e farsi capire da tutti. Interpretare al meglio le varie fasi di una gara. Leggere bene la partita. Sorreggere la squadra quando le cose non vanno bene e non volare troppo alto quando tutto va alla perfezione”.

Stare fermo cosa comporta? “Non avere una squadra da allenare non è bello, ma quando si sale di livello bisogna saper accettare questa cosa. Il sistema è fatto ad imbuto, dalla serie D alla serie C il collo della bottiglia si stringe molto. In serie C in Italia ci sono 60 squadre, mentre in D sono 170 , una bel numero. E’ una restrizione naturale. Il fatto che ci siano più allenatori rispetto alle panchine è facile da capire. In questo momento stare a casa non mi pesa. Gli ultimi due anni di Rimini sono stati molto stressanti e praticamente non ho mai staccato la spina. Ora mi rilasso e ricarico le pile per essere pronto ad una nuova opportunità”. Intanto è uscito il suo nuovo libro, “Costruire l’allenamento giusto”, da acquistare on line o in libreria, per prenotazioni chiamare il 333-8957098. “E’ un libro tecnico dedicato al mestiere dell’allenatore. E’, in una certa maniera, il riassunto di questi 20 anni vissuti da tecnico sul campo. E’ ricco di strumenti per chi allena, un momento di riflessione su alcuni concetti di gioco e per organizzare settimane di lavoro e interessanti sedute di allenamento con una certa coerenza. Il tema principale è la costruzione del processo di allenamento che per me può mutare da partita a partita. Non si può programmare a lungo termine, non ha senso. A seconda del tempo che si ha a disposizione per preparare un match ci sono sei differenti sedute di allenamento, combinate in diversi modi e seguendo delle determinate regole. E’ un libro con dei concetti molto pratici. Sono contento di aver avuto il tempo e la voglia di scriverlo esponendo le idee che avevo in testa”.

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it

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