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venerdì, 17 Maggio 2024

Mister Giovanni Bongiovanni, tra un do di petto e un colpo di tacco

Aria scanzonata, una via di mezzo, quando lo incroci per la prima volta fuori dal campo erboso, tra il fuori classe nordirlandese nonché “pallone d’oro 1968” George Best e il decisamente più nostro, più italico, più scatenato Ezio Vendrame. Tutti e tre personaggi conquistati dalla passione per il calcio, ammaliati dall’amore sconfinata per la musica: che per Giovanni Bongiovanni – è di lui che parliamo, classe 1962, ceretano doc, impiegato amministrativo – significa suonare la chitarra e all’interno di una propria band (“I Bongio mixer”). Da non confondere, eh, con il più celeberrimo, suo coetaneo, Jon Bon Jovi. Anche lui con origini siciliane, esattamente di Sciacca, nell’Agrigentino. La sua vita, quella dopo il lavoro, è tagliata a metà come una mela tra il calcio e la musica: “Sono figlio d’arte, mio padre Aurelio – di origini messinesi – mi ha trasmesso nel sangue la gioia di suonare la chitarra acustica e quella elettrica. Poi, il calcio: sono juventino fin dalla nascita, i miei idoli erano “il Barone” Franco Causio, “Penna bianca” Roberto Bettega e Pietruzzo Anastasi. Fin da piccolo, mio padre mi portava a Villar Perosa, ritiro estivo della Vecchia Signora, a vedere le prime uscite dei bianco-neri”.

Tanta la gavetta come mister delle giovanili per mister Giovanni Bongiovanni: “Mi è sempre piaciuto tirare fuori il meglio da ogni ragazzo che ho avuto la possibilità di allenare. Ho iniziato dal Cerea – dove ho guidato in Eccellenza per mesi anche la Prima squadra dell’allora presidente Doriano Fazion -, sono stato alla Sambonifacese, a Legnago, a Nogara, a Bovolone, ritornando a guidare altre annate giovanili rispetto a quelle che avevo prima preso in mano”. Proprio il fatto di essere cresciuto in mezzo a questi due fuochi giovanili – il calcio e la musica – mister “Bongio” non ha potuto dare la propria scalata alle categorie dei dilettanti: “Ho giocato libero, centrocampista fino agli Juniores Regionali del Cerea, perché in auto avevo caricato gli strumenti musicali per andare a suonare in quel pub o in quel teatro”. Nel 1989 ha vinto il Verona Rock, l’anno successivo il Verona Beat, esattamente al teatro romano, con concorrenti davvero molto competitivi, quali il gruppo musicale dei Dik Dik, il cantautore Shel Saphiro, il grande cantante toscano Don Backy: “La nostra band ha fatto da spalla al famoso cantautore Gatto Panceri. Sono iscritto alla SIAE dal 1984 a livello di testi e di arrangiamenti musicali, adoro mio figlio Andrea, 17 anni, ho trovato il secondo amore della mia vita in Zinella”.

Sei un mister davvero pop, Giovanni? “No, ogni tanto, con i miei ragazzi, l’argomento tocca questo punto, ma non entriamo mai nell’argomento musica. Mi considerano un allenatore severo, passionale, amante della disciplina. Sono uno che tiene alla puntualità negli allenamenti, a fare gruppo, mi porto dietro dalla famiglia – sono figlio unico – certi valori inculcati fin da ragazzino dai miei genitori. Sono anche scrupoloso, molto attento ai dettagli tecnici. Il mio modulo preferito? Il 4-3-3, o il 4-2-3-1: questo, addirittura mi piace ancora di più, ma è ovvio che in un gruppo devi saper fare con quello che passa il convento”. Giocatori che sei riuscito a far crescere, sempre a livello nostro, a livello dilettantistico? “Andrea Miatton, classe 2001, Francesco Barotto (2002), Tommaso Marchesini (2001), Maggio (Sambonifacese), i due fratelli Scolaro (Jacopo, portiere, andato in prova alla Juve e poi al Chievo), i due gemelli Boscaro, Andrea ed Alessandro, classe 1996, ora in forza all’Atletico Città di Cerea, Andrea Cortese (Casaleone) e Lorenzetti (Casaleone e poi Chievo)”.

Hai trovato differenza allenare i giovani con la Prima categoria: ora sei al GSP Vigo 1944, in Seconda categoria, alla tua seconda – scusate il gioco di parole! – esperienza con i più maturi? “Sì, perché vedo i giovani molto distratti, molto attratti da altre cose, dal tablet, dal cellulare dell’ultima generazione, da qualche altro sport. Sono costretto, durante le sedute atletiche a spronarli, a tener loro alta l’asticella della concentrazione. Eppoi, vorrei che restassero più tempo al campo, desidererei un mondo che qualcuno mi chiedesse di prolungare l’allenamento perché possa apprendere come si calciano le punizioni, i rigori o come si stacca di testa. Manca, ecco, la passione nei ragazzi, quella che invece ardeva dentro di noi ragazzini degli anni 70-80. La voglia di sacrificarsi latita, idem la voglia di arrivare in alto un bel giorno”. Nei grandi, invece, qual è la difficoltà che incontri di più? “I giovani sono quasi tutti della stessa età e la maggior parte di loro ha appena lasciato i libri di studio nella propria stanza. Nelle prime squadre, ti interfacci con atleti che hanno anche 20 anni di differenza, prendi oggi nel GSP Vigo 1944 Anas con Dervishi. Trequarti del gruppo delle Prime squadre viene al campo dopo una giornata di 8 ore lavorative e tu come mister devi essere in grado di tenerli vivi, sulla corda, farli divertire; altrimenti, puoi correre il rischio di perderli per strada!”

Qual è il tuo cantautore italiano preferito? “Pino Daniele. La sua canzone? Anna verrà! Ma, mi piacciono anche Sergio Caputo, Mina, Lucio Dalla, Francesco De Gregori e i Simply Red. Ho trionfato a Verona Rock arrangiando pezzi miei swing e non rock, ricevendo il plauso dai giornalisti scaligeri e dalla critica presente all’avvenimento”. Ma, anche la nota “Vedrai, vedrai” (Luigi Tenco), “Senza fine” (Gino Paoli), “Una ragazza in due” (I Giganti) sono stati dal mister pop in sella al GSP Vigo 1944 arrangiati in chiave swing in occasione della rassegna di Verona Beat. E, alla vigilia della ripresa dei campionati di Seconda categoria, e più precisamente di quel GSP Vigo che il mister e chitarrista Giovanni Bongiovanni ha da poche settimane…”arrangiato”, già nel campo parrocchiale dei bianco-granata del presidente Raimondo De Angeli, del suo vice Giuseppe Manara e del teutonico diesse Paolo Tedesco, sembrano quasi diffondersi nell’aria – durante le serali sedute atletiche settimanali – le arie di “Vedrai, vedrai!” e di “Senza fine”… E, speriamo che sia un GSP Vigo 1944 da “Vedrai, vedrai”, o da “Senza fine”: parliamo, ovviamente, a livello di grandi emozioni, di attesi successi!

Andrea Nocini per www.pianeta-calcio.it

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