Negli ultimi decenni, con la sempre maggior aggressività e intensità nel proporre l’azione di gioco, il ruolo del difensore è molto cambiato. Se torniamo indietro nel tempo, nel ricordo di noi ragazzini “di una volta” , visto la maggiore età raggiunta da un pezzo, quelli meno bravi nelle partitelle al campetto dell’oratorio, venivano relegati in difesa o sulle corsie laterali difensive, dove potevano fare meno danni possibili e se ci mettevano un po’ di grinta magari fornire comunque un buon contributo alla squadra. Allora il ruolo del difensore era marginale, in una formazione con i giusti attributi calcistici spiccano il ruolo del portiere, che doveva chiudere a doppia mandata la propria porta, e quello dell’attaccante, possibilmente fantasioso, imprevedibile e cinico sotto rete. Con il tempo, e con la nascita di calciatori di straordinario talento che hanno rivestito quel ruolo, il difensore ha cominciato ad acquisire sempre maggiore importanza diventando un valore aggiunto per la squadra che quindi poteva sfoggiare sulla fascia esterna difensiva un calciatore di qualità superiore alla media. Ma quali sono gli ingredienti giusti per essere un buon difensore? Abbiamo posto questa domanda ad alcuni mister e difensori di provata capacità che giocano nei nostri campionati dilettantistici.

“Sono più di dieci anni che faccio il difensore centrale – dice Nicolò Dalla Pellegrina, l’anno scorso in forza al Mozzecane neo promosso in Eccellenza -. Questo ruolo è cambiato tanto, una volta serviva il classico mastino, il marcatore a uomo che non lasciava spazio all’attaccante e lo marcava in partita in ogni zona del campo. Oggi la marcatura è rimasta importante e fondamentale, ma devi essere bravo anche a spaziare in difesa salendo con il pallone ai piedi verso il centrocampo e se hai velocità, magari inserirti sulle fasce fino all’area avversaria. L’impostazione del gioco parte sempre dal basso quindi serve maggiore tecnica e più ampia visione di gioco. Ora ci vuole maggiore prestanza atletica piuttosto che fisica ma anche tanta continuità nel rendimento”. Mister Cristian Soave, che è tornato ad allenare il Caldiero in serie D, ci dice: “Ovviamente rispetto a dieci anni fa il ruolo di difensore è cambiato nella sua struttura portante ma bisogna fare attenzione a non stravolgerlo troppo. Il difensore, e non è una frase fatta, è nato per fare il difensore, quindi non va mai dimenticata questa caratteristica fondamentale. Certo che se hai un giocatore che è bravo a spingersi in avanti, va benissimo, ma se non hai difensori che marcano di certo le partite non le vinci. Questa è la mia idea!”

Mister Fabrizio Sona, diventato questa estate il nuovo allenatore del Pescantina Settimo di Promozione, ci dice: “Il difensore di oggi deve essere assolutamente un giocatore duttile e veloce nel prendere la palla e salire in avanti partendo dalla propria linea difensiva. Se vogliamo parlare di crescita, anche il calcio deve cercare di alzare l’asticella nei fondamentali di ogni ruolo. Facendo le dovute distinzioni di categoria e non scimmiottando i professionisti. E’ sempre più difficile, al giorno d’oggi, fare il difensore. Serve testa e piedi buoni. Una volta, ai tempi dei vari Cordioli e Accordini, giocatori di un altro stampo che ho avuto la fortuna di allenare, i difensori marcavano con tanta grinta e nessuno li saltava nell’uno contro uno. Oggi invece devi stare più attento, da difensore, a non cercare il gomito a gomito con l’attaccante che punta a rete”.

Davide Foroni, difensore del Real Valpolicella di Eccellenza, ci dice: “Rispetto a dieci anni fa il calcio, anche nei nostri campionati dei dilettanti, è cambiato molto. Ci sono più movimenti con la palla e il difensore di adesso deve essere bravo a giocare la palla partendo dal basso per iniziare la manovra della sua squadra. Intraprendenza e caratura tecnica ed atletica fanno sempre la differenza. Bisogna saper difendere mettendo il proprio corpo orientato a difesa del tuo portiere e con alle spalle davanti all’attaccante che ti preme e vuole farti gol magari partendo in velocità. Ma non basta, devi sapere impostare alla grande il gioco per far salire, con le tue giocate, la tua squadra. Sicurezza, umiltà e grande cuore, ti possono regalare sempre nuove emozioni, in un ruolo, come quello del difensore, che io amo moltissimo fin da quando ero giovanissimo. Tuttavia, penso che stiamo però perdendo un po’ la destrezza di saper difendere che deve arrivare prima del preoccuparci di saper impostare l’azione”.

La parola passa a Pietro Gecchele, nuovo acquisto del Caldiero di serie D: “Certo, il ruolo del difensore è in evoluzione e si deve adattare al modulo con cui gioca la sua squadra. Ad esempio nel portare palla in avanti, nel modulo a tre dell’Inter, Bastoni si spinge spesso in avanti ma altri due compagni stanno dietro e lo coprono. A quattro invece, se sei un centrale diventa più rischioso ed io personalmente non lo faccio. A mio giudizio tutti i ruoli nel calcio sono fondamentali. Il calcio è un gioco di squadra dove tutti devono fare la loro parte. Il segreto di un buon difensore di oggi è giocare tranquillo ed essere concentrato nel cercare di occupare bene gli spazi e mettere in pratica i dettami del proprio allenatore”. Il mister della Virtus Cornedo Simone Dal Degan, che da giocatore era un arcigno difensore centrale (foto grande), dice: “Mi piace la domanda, visto che ho giocato in difesa. Innanzitutto il difensore deve essere bravo a difendere, ma nel corso di questi ultimi anni gli viene richiesto spesso di uscire dalla propria difesa con la palla ai piedi, di riconoscere dove ci sono gli spazi liberi e portare la palla in maniera pulita proteggendola dagli attaccanti che ti vengono incontro. E’ più facile a dirsi che a farsi, specialmente dei nostri amati dilettanti, ma ci si può lavorare tranquillamente negli allenamenti cercando di capire le singole caratteristiche del giocatore e se è in grado o meno di farlo”.

Roberto Pintore per www.pianeta-calcio.it